Iva piu’ cara di un punto e tassa sui super-ricchi. Stretta sulle pensioni delle donne; si comincera’ il percorso di innalzamento dell’eta’ dal 2014. La risposta non positiva dei mercati alla manovra licenziata domenica sera dalla Commissione Bilancio del Senato e il richiamo, del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha portato ad un nuovo pacchetto di misure
che saranno presentate in Senato come maxi-emendamento sul quale il governo porra’ la fiducia, con l’obiettivo di chiudere subito la partita. Critici i sindacati, questa volta non solo la Cgil, mentre plausi arrivano dalla Confindustria. Ritocco in vista poi per la norma della manovra secondo la quale non puo’ essere chiesta la sospensione condizionale della pena nel caso di evasione superiore ai 3 milioni di euro. Non solo l’evasione deve ammontare a questa cifra, per far scattare subito le manette, ma deve corrispondere, secondo quanto si apprende, anche al 30% del fatturato. La misura, che di fatto allenterebbe la portata della norma, potrebbe entrare nel nuovo pacchetto (il maxi-emendamento alla manovra) atteso in Senato. Il grosso del pacchetto riguarda l’Iva: un punto in piu’ sull’aliquota del 20%, che passa cosi’ al 21%. Una misura che fa cassa subito, andra’ a miglioramento dei saldi ma che non potra’ essere piu’ spesa per la riforma fiscale. E che pesara’ su moltissimi beni: dalle auto alle scarpe, dal vino ai cd, dal parrucchiere ai giochi. Arriva poi una tassa sui super-ricchi. In un primo momento la platea di coloro che sarebbero stati chiamati a pagare un contributo di solidarieta’ del 3% era stata individuata negli 11.000 ‘paperoni’ d’Italia con un reddito superiore a mezzo milione di euro. Ma poi nel consiglio dei ministri di questo pomeriggio, convocato per autorizzare la richiesta di fiducia sul decreto, c’e’ stato un ripensamento e la platea e’ stata ampliata: lo pagheranno tutti coloro che hanno un reddito superiore a 300.000 euro l’anno. In tutto circa 34.000 contribuenti. Riguardera’ tutti, anche i lavoratori pubblici gia’ sottoposti al taglio dello stipendio (5% oltre i 90.000 euro e 10% oltre i 150.000), e pesera’ sul reddito complessivo: da lavoro dipendente ed autonomo o di impresa, da capitale e anche da reddito fondiario, fatta eccezione per la prima casa. Nuovo colpo d’accelerazione poi per l’innalzamento a 65 anni dell’eta’ pensionabile delle donne nel settore privato. Il graduale innalzamento non partira’ piu’ dal 2016, come era stato deciso correggendo la norma di luglio che segnava come inizio del timing addirittura il 2020, ma dal 2014. Tutti contro i sindacati. Non solo la Cgil che sottolinea come ”le decisioni prese oggi sulla manovra sono il risultato di un governo in evidente stato confusionale, sordo di fronte al Paese e sempre piu’ condizionato dagli umori dei mercati”. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, rileva che ”le novita’ confermano, anzi rafforzano, l’iniquita’ di una manovra sbagliata”. Il numero uno della Cisl Raffaele Bonanni, dal canto suo fa sapere: ”Siamo contrari sia all’aumento dell’eta’ pensionabile per le donne, sia all’aumento dell’Iva”. Sulla stessa linea d’onda il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, che sottolinea: ”L’emergenza finanziaria non puo’ giustificare l’aumento dell’Iva, soprattutto delle aliquote piu’ basse, ne’ l’accelerazione dell’equiparazione dell’eta’ per il pensionamento delle donne”. Plausi alle nuove misure arrivano invece da Confindustria che valuta ”positivamente la decisione presa oggi dal governo di introdurre alcune misure che vanno nella direzione di rafforzare l’efficacia della manovra”. Ora Viale dell’Astronomia ”auspica che il decreto venga approvato rapidamente e che subito dopo si possa aprire una nuova stagione per procedere speditamente verso l’obiettivo del risanamento strutturale della finanza pubblica e varare le indispensabili misure per la crescita”. Intanto in Senato e’ ancora atteso il maxi-emendamento. Oggi il voto di fiducia e il via libera per un passaggio, che si preannuncia rapidissimo e soprattutto blindato, alla Camera.