“Se il precedente governo fosse ancora in carica, ora lo spread italiano sarebbe a 1200 o qualcosa di simile”: lo ha detto il premier Mario Monti in un’intervista rilasciata il mese scorso al Wall Street Journal e pubblicata oggi sul sito on line. Fonti di Palazzo Chigi, interpellate in merito all’intervista del premier Monti al Wsj, precisano che non c’è alcuna intenzione polemica nei confronti del passato esecutivo e che la stima di uno spread a 1200 viene da una proiezione degli effetti della speculazione sul nostro paese se non si fossero dati segni di discontinuità con il passato.

E’ infatti noto – spiegano – che lo spread in sei mesi era salito dai 150 punti base di maggio ai 550 di novembre. Le stesse fonti ricordano che anche per tale motivo si ricorse al governo tecnico, che potesse raccogliere consensi parlamentari tali da poter mettere mano a riforme fondamentali per il paese oltre che per far approvare misure anche impopolari ma non più procrastinabili.

Mario Monti, come ha chiarito in un colloquio telefonico con Berlusconi, “é dispiaciuto che una banale e astratta estrapolazione di tendenza di valori dello spread contenuta in un colloquio di ampio respiro con il WSJ, sia stata colta come una considerazione di carattere politico, il che non rientrava per nulla nelle sue intenzioni”.

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