A Roma hanno bloccato la tangenziale e l’ingresso dell’autostrada per L’Aquila. A Perugia si sono seduti sui binari della stazione, interrompendo il transito dei treni per mezz’ora. E poi hanno manifestato nelle strade: da un presidio a Catania al corteo che si è chiuso in piazza Duomo a Milano.

In risposta al premier Mario Monti, che ha confermato “con piena convinzione” l’impegno del Governo “per realizzare tempestivamente” l’opera, i No Tav hanno protestato non solo in Val di Susa, ma in mezza Italia. E anche all’estero, sostengono i comitati. Il timore era che replicassero al presidente del Consiglio – che “ha mostrato i muscoli” – alzando i toni della contestazione. Laddove la protesta è stata più ‘vivace’, come a Roma, la forma ha sostanzialmente ricalcato quella delle manifestazioni dei giorni scorsi – e di oggi – in Val di Susa, dove è stata di nuovo bloccata la A32.

A Roma, sulla scia dello slogan “Fermeremo questo treno” alcune migliaia di persone hanno occupato prima la Tangenziale e poi l’ingresso dell’autostrada Roma-L’Aquila, bloccando il traffico sia in direzione dell’autostrada sia del Grande raccordo anulare. Durante il corteo sono stati esplosi petardi e fumogeni. Poco prima della partenza, è stata aggredita una troupe di Rainews: è stata spaccata una telecamera e l’operatore è rimasto ferito ad un dito. Alla troupe è arrivata la solidarietà del direttore generale e del presidente della Rai, Lorenza Lei e Paolo Garimberti. Una cinquantina di attivisti ha fatto anche un’incursione simbolica nella sede di Repubblica, per “parlare con Repubblica.it e fare sentire la loro voce attraverso la rete”, ha raccontato il vicedirettore Dario Cresto-Dina, che è sceso per incontrarli: “E’ stato un blitz molto pacifico”, ha spiegato.

Ieri mattina, i comitati avevano annunciato “una nuova giornata di mobilitazione”, con iniziative ad Alessandria, Avellino, Catania, Imperia, Mantova, Pisa, Pesaro, Roma, Sestri Levante (Genova) e Trieste. E anche all’estero: Londra (sotto il consolato italiano), Parigi, Dublino, Ginevra (davanti alla sede Onu), Budapest (con un presidio musicale vicino all’ambasciata) e San Sebastian, nei Paesi Baschi. C’é stato pure un fronte virtuale: hacker che si firmano ‘Anonymous’ hanno sostenuto di aver attaccato i siti di alcune istituzioni piemontesi. A Milano, alcune centinaia di persone hanno sfilato per le vie della città, fino al Duomo.

La protesta contro la Tav si è fusa con un’iniziativa per la libertà dei popoli. Il corteo era aperto da delegazioni dei Paesi Baschi, della Colombia e del Kurdistan, e da lo striscione: ‘Liberta’ per i No Tav! La valle non si arresta! Tanti popoli, un’unica lottà. Protesta vivace ma pacifica a Perugia. Una cinquantina di attivisti ha bloccato per mezz’ora la stazione ferroviaria. La circolazione è stata interrotta per precauzione. In piazza Duomo, a Trento, è iniziato un presidio permanente in solidarietà ai No Tav. A organizzarlo sono stati i No Bbt, gli attivisti contrari al tunnel di base del Brennero, anch’esso parte di una grande opera ferroviaria. Oltre a quelle organizzate, ci sono state le iniziative isolate.

Come quella di don Vitaliano Della Sala, della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo a Mercogliano (Avellino), che ha esposto la bandiera No-Tav nella chiesa. “Un territorio appartiene soprattutto a chi lo abita – ha spiegato ai fedeli – e nemmeno i rappresentanti dello Stato possono arrogarsi il diritto di decidere da soli”. Anche a Grosseto, in occasione dell’incidente probatorio per l’inchiesta sul naufragio della nave Concordia, si sono presentate tre persone con al collo un cartello ‘No Tav’. Avevano da poco lasciato una manifestazione organizzata in una pizza vicina. Si stavano avvicinando all’area transennata, davanti al teatro dove era in corso l’accertamento sulla scatola nera, e sono state bloccate. Si sono allontanate protestando, ma senza intemperanze.

 

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