L’ex vicesindaco Andrea Villano

Come mai Antonino Santillo ha revocato la delega di vicesindaco ad Andrea Villano ma non ha toccato Pasquale Pellino, Tonino Russo e Annalisa Cinquegrana che lo scorso 24 settembre hanno rimesso nelle sue mani le deleghe di assessore? Semplice: perché l’esponente di Orta al Centro ha posto, assieme al suo gruppo politico-consiliare, una questione di legalità sull’appalto diretto da 30mila euro alla ditta italo-ucraina (clicca qui), mentre i rappresentanti di Prospettiva Futura per Orta, ex Coraggio, e di Orta Democratica, che non esiste più, hanno posto una questione di poltrone. La linea del sindaco è orami chiara come il sole d’estate: tirare a campare. Come? Assecondando le mire di potere di chi lo tiene in pugno. Per blindare l’indennità di carica di 4.100 euro al mese e per non mollare l’osso il primo cittadino ha deciso di andare avanti a ogni costo. Da qui la difesa dell’indifendibile consulenza esterna fornita al comune dalla GE.FIN.PA, impresa semplificata, con sede sociale a Mondragone, nata appena 7 mesi fa, amministrata e di proprietà della signora Svitlana Vasechko, cittadina ucraina residente a Falciano del Massico (tutti i link in basso). La ditta non ha dipendenti, ma si è avvalsa di Salvatore Sciaudone, anche lui di Falciano del Massico, noto alle cronache per i suoi presunti intrallazzi commessi quando era funzionario proprio del comune di Falciano del Massico e di quello di Cancello Arnone.

Valeria Vellone, Salvatore Sciaudone, Svitlana Vasechko

L’appalto diretto da 30mila euro è stato affidato alla GE.FIN.PA da Valeria Vellone, anche lei di Falciano del Massico, neo funzionaria del settore economico-finanziaria a scalvaco al comune di Orta di Atella per 6 misere ore settimanali su incarico di Santillo firmato il 21 novembre 2024. In un’ora di lavoro al giorno Vellone avrebbe dovuto redigere il bilancio di previsione 2024-2026, quello consolidato, il dup, il riaccertamento dei residui attivi e passivi e il rendiconto di gestione 2023. Non ci sarebbe riuscita nemmeno Wonder Woman. Infatti Vellone, prima di accettare l’incarico, disse al sindaco che avrebbe avuto bisogno dell’aiuto di una ditta esperta del settore. La ditta esperta è risultata la GE.FIN.PA. Prima di essere assunta a Cancello Arnone, Vellone era amministratore unico della SOGEST, società semplificata, anch’essa con sede sociale a Mondragone, ridente cittadina del litorale domitio dove c’è una Torre parlante sulla collusione tra colletti bianchi e camorra. Gli atti costitutivi delle due ditte sono stati firmati presso lo studio dello stesso notaio. Dal 2018 al 2024 la SOGEST di Vellone ha ottenuto appalti diretti per oltre 40mila euro da Salvatore Sciaudone, nelle vesti di funzionario dei comuni di Falciano del Massico e di Portico di Caserta. L’ultimo affidamento risale al giugno 2024. Tra Sciaudone e Vasechko intercorre una lunga conoscenza. Anche Sciaudone e Vellone si conoscono da tempo. Il primo ha firmato la determina del concorso vinto dalla seconda a Cancello Arnone.

In sintesi:
• Vasechko, Sciaudone e Vellone risiedono a Falciano del Massico e si conoscono da anni.
• la GE.FIN.PA e la SOGEST hanno sede sociale a Mondragone con la benedizione dello stesso notaio.
• Vellone, come amministratore unico della SOGEST ha intascato oltre 40mila euro grazie a Sciaudone.
• Sciaudone è consulente della GE.FIN.PA che è di proprietà al 100% di Vasechko.
• La GE.FIN.PA ha avuto il 12 dicembre un appalto diretto di 30mila euro da Vellone, legata a triplo filo con Vasechko e Sciaudone.

Fare 2+2 è facile. Se si è negati in matematica basta ricordasi un bellissimo brano di Cocciante intitolato “Era già tutto previsto”. Perché Santillo si ostina ancora a difendere l’indifendibile? Il sindaco si tolga dalla testa di risolvere l’irrisolvibile chiedendo un generico parere alla segretaria comunale Assunta Mangiacapre. E la segretaria comunale non pensi di imitare Ponzio Pilato. L’unica vera soluzione di questo scandalo è inviare tutti gli incartamenti alla magistratura per il tramite dei carabinieri. Nel frattempo bisogna annullare in autotutela la determina di appalto e dire addio a Vellone e Sciaudone.

Gianfranco Piccirillo

PICCIRILLO MANDANTE DELLA SPEDIZIONE PUNITIVA CONTRO ORTA AL CENTRO

Torniamo agli assessori dimissionari Pasquale Pellino, Tonino Russo e Annalisa Cinquegrana. Hanno gettato la spugna il 24 settembre 2024. Mica da allora hanno ugualmente percepito l’indennità di carica di 1.863 euro mensili a testa? Sarebbe una pagliacciata. Una presa per i fondelli dei cittadini. Ma purtroppo abbiamo la forte sensazione che Pellino, Russo e Cinquegrana abbiano intascato fino all’ultimo centesimo. Soldi dei contribuenti meritatissimi. Pellino ha promosso un progetto da 40mila euro per il potenziamento dei servizi socio-educativi territoriali, dei centri estivi diurni e dei centri con funzione educativa e ricreativa. Qualche ortese se ne accorto? Russo doveva verificare se l’antenna telefonica installata sul parcheggio del centro Fabulae della famiglia Damiano insiste su un suolo in regola oppure no. Qualche ortese se ne accorto? Cinquegrana doveva… Qualche ortese se ne accorto che la Cinquegrana è assessore? Per Santillo l’unico brutto, sporco e cattivo era il suo vice Andrea Villano, revocato con una spedizione politico-punitiva. Tutti sanno chi c’è dietro alla manovra di palazzo: il mandante è Gianfranco Piccirillo, “vero” sindaco della città, assiduo frequentatore di Succivo. Tutti sanno anche l’obiettivo: Orta al Centro. Non a caso, dopo la revoca di Villano, si è dovuta dimettere, dimostrando coerenza, Florentia Lamberti, anche lei assessore dello stesso gruppo politico-consiliare. Tutti sanno anche il motivo dell’offensiva personalistica contro Orta al Centro: colpire il leader del movimento, l’ex sindaco Andrea Villano perché ha chiesto la cacciata dal comune della ditta di amici battente bandiera italo-ucraina. Per carità, non è che il vicesindaco Villano e l’assessore Lamberti avessero brillato. Ma sbarazzarsene in questo modo è personalmente scorretto e politicamente indegno. Per uno come Piccirillo la correttezza e la dignità sono concetti sconosciuti. E già all’opera per raggirare i consiglieri rimasti in maggioranza con il vecchio trucchetto democristiano: prima dovranno votare i bilanci, anche a rischio di passare grossi guai, poi sarà aperto il mercato delle vacche per distribuire i due posti in giunta e prebende di vario genere. E mai possibile che Orta di Atella sia ancora nelle mani di uno come Piccirillo che si è arricchito con il sacco della città, poi sperperando tutto, e che ora naviga in cattive acque? Sì, è possibile. Per colpa di Santillo e dei gruppi che ancora lo sostengono. Non regge più la storiella autoassolutoria: “Ma io che c’entro?”. Chi mantiene in piedi il “sistema” c’entra. Eccome.

Mario De Michele

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LE VICENDE GIUDIZIARIE DI SALVATORE SCIAUDONE

Salvatore Sciaudone

Salvatore Sciaudone indagato dalla procura di Santa Maria Capua Vetere per peculato e falsità ideologica. L’inchiesta riguarda presunte sottrazioni di denaro pubblico al comune di Falciano del Massico, dove Sciaudone era responsabile dell’area Economico-Finanziaria. Stando alle indagini, dal febbraio del 2019 al giugno del 2020 Sciaudone avrebbe liquidato a sé stesso incentivi ed ore aggiuntive di lavoro per un totale di circa 22mila euro. Avrebbe fatto altrettanto anche al comune di Cancello Arnone, quale responsabile dell’area Finanziaria e dell’area Lavori pubblici. Qui dal 2021 al gennaio 2023 avrebbe liquidato, sempre a sé stesso, incentivi per 36mila euro. E sempre al comune di Cancello Arnone si sarebbe consumato il reato di falsità ideologica, in quanto avrebbe dichiarato falsamente di possedere il titolo di laurea. Sembra incredibile ma non finisce qui. Sciaudone è stato già condannato dalla Corte dei Conti a versare nelle casse del comune di Falciano del Massico ben 42mila euro per “riparare il danno erariale causato alle casse pubbliche”.


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