Da lunedì riprendono anche le scuole superiori. Resta ancora da capire in base a quali criteri. Ieri il tavolo di coordinamento per la mobilità, presieduto dal prefetto di Napoli, si è riunito, sia pur a distanza, proprio in vista della ripresa delle lezioni del primo febbraio. E’ stato deciso di utilizzare i volontari della Protezione civile in prossimità dei punti dove si prevedono rischi di assembramento: istituti scolastici negli orari di ingresso e di uscita ed in prossimità delle fermate dei pullman. In azione anche vigili urbani e forze dell’ordine. Il giorno dopo la riapertura delle scuole in presenza anche per le Superiori, ci sarà un’altra riunione, che è già stata fissata, in Prefettura per una valutazione dello stato dell’arte. Si riprenderà consentendo solo al 50 per cento degli alunni di sedere tra i banchi, mentre per i genitori c’è la possibilità, chiesta espressamente dal presidente Vincenzo De Luca con una nota indirizzata ai presidi, di chiedere la Dad. Si procederà a giorni alterni? A settimane alterne? Da questo punto di vista ogni istituto deciderà in proprio. Non mancano voci di dissenso, in qualche caso arrivate anche all’attenzione del Governo. Che senso ha riprendere al 50 per cento e senza che docenti e personale scolastico abbiano avuto la possibilità di vaccinarsi? Una domanda che meriterebbe una risposta chiara. Che senso ha, aggiungiamo, fare le cose a metà? Intanto protesta il sindacato dei Cobas, con presidi in molte città tra cui Napoli. “Niente è stato stanziato per ridurre il numero di alunni per classe – sostiene il Cobas -, resta il sovraffollamento e nessuno sembra più nemmeno volersene occupare”.

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