“Se uno si trova un sindaco o un governatore bravo dovrebbe poter essere libero di risceglierlo o mandarlo a casa, sono i cittadini che decidono”. Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini, in visita come ministro a un cantiere a Lecco. “Per me – spiega – vale quello che vale per i parlamentari: non c’è un limite, alcuni lo fanno da 40 anni e la gente li vota”. “Se siamo i soli a pensarla così e tutti gli altri partiti sono contro ne prendo atto – chiarisce – ma sarebbe una limitazione di scelta e democrazia per i cittadini e non è che non mi addormenti la sera pensando al terzo mandato”. Dopo l’intesa sulle prossime Regioni al voto, al centrodestra resta da sciogliere il nodo del terzo mandato. Una questione più che mai divisiva per FdI, Lega e Forza Italia che, proprio per questo, potrebbe essere rimandata a dopo le elezioni Europee. Incassata la sconfitta in Sardegna, tra gli alleati di governo il mantra è restare uniti in vista delle urne in Abruzzo, Basilicata, Umbria e Piemonte. O, quanto meno, evitare di trasmettere all’esterno un’immagine di litigiosità e disaccordo che – si è visto – alle urne non giova affatto. La partita, però, si incrocia con quella interna alla Lega, con una fronda veneta che spinge per la ricandidatura di Luca Zaia anche in chiave anti-Salvini. Il primo banco di prova sarà l’emendamento per il terzo mandato dei governatori al dl elezioni, atteso nell’Aula del Senato a metà marzo. La proposta leghista, già bocciata in commissione, potrebbe essere ripresentata nell’emiciclo di Palazzo Madama in quell’occasione – come inizialmente si dava quasi per scontato – oppure essere messa in stand-by. I leghisti che perorano quest’ultima causa rimarcano che andare incontro ad una nuova bocciatura non aiuterebbe sicuramente Zaia, mentre il tempo potrebbe giovare ad intese più proficue. Auspicabilmente nella maggioranza, o, nel peggiore dei casi con il Pd, che – come è noto – ha sensibilità diverse sul tema. Insomma, sintetizzano fonti vicine al dossier, è possibile che l’emendamento delle discordia slitti, anche perché manca più di un anno all’appuntamento elettorale in Veneto. “Stiamo valutando l’opportunità di ripresentare l’emendamento per il terzo mandato”, afferma il senatore leghista Paolo Tosato. Che, subito dopo, aggiunge: “Restiamo dell’idea che sottrarre ai cittadini la facoltà di confermare un governatore ben voluto e che ha amministrato bene è un errore”. Detto ciò, secondo alcuni rumor, il partito di Salvini avrebbe messo sul tavolo anche la possibilità di un nome per il Veneto alternativo a quello di Zaia. “Il nostro obiettivo é tornare ad essere il primo partito, rivincendo anche le elezioni regionali del 2025 con un nostro candidato”, dice – senza precisare – il segretario della liga veneta Alberto Stefani. E lo stesso Matteo Salvini da Desenzano del Garda ribadisce: “E’ giusto che se un sindaco è bravo possa essere rieletto, così come un governatore. Se la discussione sul terzo mandato sarà rimandata a dopo le europee? Non lo so. Secondo me è giusto che i sindaci continuino a lavorare e i governatori anche” Di certo Salvini deve vedersela anche con le critiche interne, più o meno velate, che arrivano dal Veneto. Non è passato inosservato, lo scorso weekend, il forfait di Luca Zaia alla scuola politica della Lega a Roma. Anche se il giorno dopo lo stesso Salvini ha buttato acqua sul fuoco: “Provano a farci litigare” ma “questa mattina la prima telefonata è stata con Zaia”, ha detto rivolgendosi ai giornalisti presenti. Eppure, proprio un’ala della Lega vicina al governatore veneto, non fa più nulla per nascondere la delusione di risultati elettorali sotto le aspettative. Sul terzo mandato, per ora, la posizione di Fratelli d’Italia e Forza Italia non cambia. Per FdI non è in discussione la bontà dell’operato di Zaia – governatore stimato – ma il terzo mandato in sé, che necessita di una riflessione approfondita. Nel brevissimo periodo, per il partito di Giorgia Meloni c’è un obiettivo da non mancare assolutamente: la riconferma di Marco Marsilio in Abruzzo. Un risultato dato per scontato fino a qualche settimane fa, dopo la vittoria di Alessandra Todde in Sardegna un po’ meno. Per Marsilio i tre leader di centrodestra torneranno a sfilare di nuovo insieme. Sotto traccia, però, continua la competizione interna, con la Lega che scatta in avanti per intestarsi il raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara. Un annuncio arrivato mentre la premier Giorgia Meloni ancora stava presiedendo il Cipes.

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