Ci dispiace scomodare Shakespeare ma nel caso delle opere realizzate a Cesa con il superbonus 110% nasce spontaneo il sospetto che “c’è del marcio in Danimarca”. Uno dei fruitori del beneficio statale è l’assessore ai Lavori Pubblici Cesario Villano. Un nome ricorrente su Campania Notizie perché suo cugino omonimo, che notoriamente svolge come prima attività quella di edicolante con annessa cartolibreria, ha ottenuto dall’amministrazione comunale un affidamento diretto di ben 75mila euro come tecnico. Piero Cappello, responsabile comunale del settore Lavori pubblici, deve ancora spiegare ai cittadini, soprattutto ai tanti professionisti locali competenti e preparati, attraverso quali criteri ha scelto il cugino dell’assessore Villano. In base al curriculum vitae? Nutriamo più di un dubbio. Il saltellante (oggi sta con un partito, voterà per Italia Viva, domani con un altro) componente della giunta guidata dal sindaco Pd Enzo Guida è stato per un breve periodo assessore anche ad Orta di Atella. In tre mesi non realizzò un bel nulla, eccetto che firmare una delibera per un finanziamento regionale di un progetto del quale lui stesso era direttore artistico. Ma a Cesa si è superato. Usufruendo del superbonus Cesario Villano ha rimesso a nuovo la sua abitazione di via Colombo, angolo via Berlinguer. Come rappresentante istituzionale avrà sicuramente seguito alla lettera le normative nazionale e regionale che regolamentano l’erogazione dei fondi? In un paese normale sarebbe stato così. Macché. Nel secondo mandato del sindaco Guida tutto fa pensare che Cesa sia diventata una città a statuto speciale. UNA LUNGA SERIE DI IRREGOLARITÀ – L’assessore Villano infatti ha violato un lungo rosario di prescrizioni legislative. Ha ottenuto il via dal responsabile del settore Urbanistica Giacomo Petrarca nonostante (prima grave violazione) l’edificio oggetto di incentivi non fosse ancora ultimato. C’è di peggio. L’immobile tuttora non è ancora stato completato (guarda foto in basso). Già soltanto per questo motivo l’architetto Petrarca aveva l’obbligo di rispondere con un diniego alla richiesta di Villano. Non solo. Ora il responsabile dell’Urbanistica ha il dovere d’ufficio di adottare i provvedimenti sanzionatori. Il caso Villano è nel contempo vergognoso e comico. Con nonchalance parigina l’assessore ha realizzato lavori sul lato al confine con l’ex area della Curia, quella del campo sportivo parrocchiale, per intenderci. Area acquisita nel 2020 dal Comune con l’immancabile trionfale comunicato stampa del sindaco Guida. L’unico modo umanamente possibile per poter effettuare l’intervento era quello di montare l’impalcatura all’interno dell’area comunale, cioè nel campo sportivo. A meno che, ipotesi che non scartiamo perché ormai a Cesa tutto è possibile, gli operai ingaggiati da Villano non fossero gli Avengers. Mettiamo conto che sia stato autorizzato dal Comune a estendere il cantiere privato nell’ex area della Curia. Bene, ha pagato la tassa di occupazione di suolo pubblico? C’è di più. E di peggio. Il muro perimetrale dell’abitazione di Villano delimita esattamente il confine con il suolo di proprietà comunale. Due sono le opzioni, non si scappa: o non è stato realizzato a norma il cappotto termico che implica almeno un aumento di spessore di 3-4 centimetri oppure il cappotto ha occupato 3-4 centimetri di suolo pubblico. E anche in questo caso l’Utc ha il dovere di assumere gli atti consequenziali: sanzioni amministrative o ingiunzione alla rimozione dell’opera abusiva. Ma come si può dedurre ad occhio nudo dalle foto appare evidente lo sconfinamento nell’area pubblica di oltre 10 centimetri. Giudicate voti (foto in basso evidenziate). Un altro punto nero è rappresentato dalla copertura del sottotetto. Salvo che la copertura non sia stata costruita a filo con il confine, con copiose infiltrazioni d’acqua in caso di pioggia, non è da escludere che la struttura invada l’area di proprietà del Comune (guarda foto in basso della grondaia che occupa anch’essa il suolo pubblico).

Cesario Villano senza la tenuta da giardiniere

L’ASSESSORE VILLANO SI DEDICA AL GIARDINAGGIO – Per non farsi mancare nulla in termini di abusi l’assessore ha pensato bene di abbellire l’ingresso della sua casa, sul lato di via Berlinguer, con delle fioriere, collocate con precisione millimetrica su suolo comunale (foto in basso). Altra violazione. Per di più le fioriere sono poco fiorite. Evidentemente l’assessore Villano è così preso dalla smania di commettere illeciti che non ha tempo per innaffiarle. È un vero peccato. Perché fanno la loro sporca figura. Si spera che non sia stata l’amministrazione Guida ad avere avuto la brillante idea di installare fiorire su suolo pubblico per abbellire, per fargli un favore, o per imbruttire per dispetto, la casa dell’assessore. Fin qui abbiamo trattato l’aspetto politico della vicenda. Che in un paese normale, non a statuto speciale, implicherebbe le dimissioni istantanee di Villano da assessore o in alternativa la revoca ad horas da parte del sindaco Guida. Passiamo adesso all’aspetto tecnico-urbanistico. Che chiama in causa l’architetto Petrarca. Il superbonus 110% è regolato dal decreto legge n. 34 del 2020, il cosiddetto Decreto Rilancio. Nella conferenza Stato-Regioni del 4 agosto 2021 è stato inoltre chiarito che “resta impregiudicata ogni valutazione circa la legittimità dell’immobile oggetto di intervento”. È previsto che “restano in ogni caso fermi, se dovuti, gli oneri di urbanizzazione dovuti in base alla tipologia dell’intervento proposto”. Con la definizione “resta impregiudicata ogni valutazione” si intende che gli uffici tecnici comunali, che devono valutare le richieste, hanno l’obbligo di verificare la legittimità urbanistica dell’immobile e accertare eventuali abusi presenti sull’immobile oggetto di intervento. Non a caso l’articolo 27 comma 4 della legge regionale n. 31 del 28 novembre del 2021 stabilisce che “l’accertamento dell’illegittimità di un edificio o di sue parti è posto a carico del Comune. Il Comune è tenuto ad acquisire d’ufficio i documenti, le informazioni e i dati interessanti gli edifici oggetto di interventi edilizi, compresi eventuali titoli edilizi rilasciati per l’immobile interessato, senza farne carico al richiedente”. In sostanza, sia in base alla legge nazionale che in base a quella regionale il richiedente è tenuto a presentare la Cilas semplificata (prevista per il superbonus), cioè la comunicazione di inizio lavori asseverata superbonus. Ma il compito di accertare la conformità urbanistica dello stabile è in capo all’Utc. Nel caso dell’assessore Cesario Villano l’ufficio tecnico di Cesa cosa ha accertato? Un bel niente. LE GRAVI RESPONSABILITÀ DELL’UFFICIO TECNICO – Anche un bambino in fasce capirebbe che siamo di fronte a una gravissima omissione da parte del responsabile dell’Urbanistica Giacomo Petrarca, che aveva e ha tuttora l’obbligo di effettuare le verifiche di conformità previste dalle leggi nazionale e regionale, sia a monte delle opere che a valle dell’esecuzione delle stesse. Qualora dalle verifiche sull’immobile, che a questo punto ci auguriamo siano fulminee, emergessero le difformità che abbiamo segnalato, l’architetto Petrarca rischia di finire alla sbarra per abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio e favoreggiamento, essendo stato avvantaggiato un amministratore locale. E se Petrarca perseverasse nella sua condotta omissiva siamo certi che i carabinieri di Cesa, la cui caserma dista pochi passi dalla casa dell’assessore, interverranno in tempi rapidissimi per effettuare un sopralluogo e per adottare eventuali provvedimenti penali. In attesa di una celere richiesta di accesso agli atti da parte dell’opposizione, che scommettiamo arriverà, ci auguriamo che Cesa ritorni, almeno per qualche minuto, un paese normale con le dimissioni immediate di Cesario Villano o con la revoca da parte di Enzo Guida. Non sarebbe poi una tragedia: l’assessore avrebbe molto più tempo per innaffiare le fioriere. Che finalmente fiorirebbero.

Mario De Michele
(continua…)

LA CASA DELL’ASSESSORE CESARIO VILLANO CON I VISIBILI ABUSI


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