Il Mes “è un pezzo di ragionamento ampio, andrei per ordine, vediamo in questo consiglio Ue cosa si definisce: non può essere visto in modo autonomo. Il consiglio Ue deve affrontare le modifiche del bilancio Ue, e dossier rilevantissimi. Abbiamo la trattativa sul patto di Stabilità, le cose vanno raccordate. Pensare che ci sia una discussione a parte che non tenga conto di queste due cose non ci convince”. Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto a ‘In mezz’ora’ su Rai3. “Non sono temi nei quali nemmeno mi piace entrare. Io sto facendo un lavoro molto complesso, è una valutazione che farà il governo, il presidente del consiglio. Oggi lavoriamo e concentriamoci sul Pnrr che è quello che c’è da fare”, ha detto Fitto. “Il ministro Giorgetti è riuscito nell’Ecofin ad aprire già un importante momento di dialogo e di interlocuzione su questo, lo vedremo nei prossimi giorni e io mi auguro che si possa chiudere questa trattativa positivamente per il nostro paese”, ha detto il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr parlando della trattativa sul Patto di stabilità Ue e della richiesta italiana di scorporare alcuni investimenti. “Il rapporto deficit pil nel periodo in cui il Patto di stabilità vigeva è stato lasciato alla libera interpretazione. Nel frattempo dal 2019 al 2022 la spesa pubblica è aumentata da 810 a 1.084 miliardi. Questi elementi sono utili per capire la rilevanza e la complessità del dossier che il ministro Giorgetti sta gestendo insieme a tutto il governo con grande capacità. La transizione verde, quella digitale, le risorse su difesa, che facciamo con queste risorse? se con la mano destra diamo le risorse del Pnrr e della coesione e quella sinistra ci vengono bloccate, ha un senso? Dobbiamo trovare un punto di equilibrio in quest’ambito”, ha detto Fitto. Alla domanda se questi investimenti vanno scorporati, il ministro ha confermato: “Questo è il tema sul quale stiamo lavorando”. “Il patto di stabilità è lontano dall’essere concluso, e anzi vi do una notizia: penso proprio che il 14 dicembre non discuteremo di Mes . Le spiego perché: il ministro Giorgetti ha fatto giustamente presente che è in calendario ma esistono provvedimenti che vengono prima”. Lo ha detto il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari ospite del Caffè della Domenica di Maria Latella a Radio 24. “La posizione della Lega è nota, pensiamo sia uno strumento superato ma aspetteremo di capire le indicazioni della Meloni in merito”, ha aggiunto. “Non sto seguendo direttamente la trattativa in Europa sulla riforma del Patto di Stabilità, ma la posizione di Forza Italia è quella già espressa da Antonio Tajani, cioè il Mes può essere approvato se utile ad ottenere la deroga al Patto di Stabilità come l’Italia vuole. Previo un ulteriore passaggio del Parlamento in caso di reale utilizzo”. Così Paolo Barelli, capogruppo di Fi ad Affari italiani. Ma Lega e Fratelli d’Italia sembrano volere un altro rinvio… “Io so che il ministro Giorgetti è molto attento alla tematica perché sa che la ratifica da parte del Parlamento può essere un contrappeso sulla trattativa per il Patto al fine di arrivare alla deroga e all’esclusione delle spese per il Pnrr e per gli aiuti all’Ucraina per la guerra e anche far slittare di altri due anni il parametro del 3% del rapporto deficit-Pil”. “Ricordo che se mai dovessimo utilizzare il Mes saremmo in default. Quindi cosa assolutamente improbabile. Il prossimo passaggio parlamentare non è un grande problema, è solo un fatto di principio e da capogruppo di Forza Italia dico che può essere utile per rasserenare gli altri Paesi europei e consentirci di ottenere una risposta positiva alle nostre richieste sulla riforma del Patto Ue. Ma deciderà il governo come e quando procedere”. “L’Italia non ha ratificato fin qui il Mes per motivi solo ideologici. Questo ha indebolito la trattativa che si sta portando avanti sulla riforma del patto di stabilità. Il governo ragiona in una logica contrattuale, una sorta di scambio: ‘ti do il mes, tu mi dai la rimodulazione del Pnrr e il patto di stabilità’, in un gioco delle tre carte dal quale in realtà non usciamo bene. Il Mes è una assicurazione per il sistema bancario europeo, in cui siamo tutti dentro”. Lo dice a Skytg24 il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva. “Gli stessi pregiudizi delle forze sovraniste e populiste – ha aggiunto Borghi – ci hanno impedito di chiedere a suo tempo il Mes sanitario. Con una disposizione di 37 miliardi di euro, priva di condizionalità, avremmo potuto ammodernare il nostro sistema sanitario, a cominciare dall’edilizia. Le drammatiche immagini di Tivoli ci ricordano che il 60% degli edifici ospedalieri ha più di 70 anni”.

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