E’ durato poco meno di mezz’ora l’interrogatorio di garanzia di Matteo Cozzani, ex sindaco di Porto Venere e capo di gabinetto di Giovanni Toti, arrestato con l’accusa di corruzione e turbata libertà degli incanti nell’ambito dell’inchiesta che ha scosso la Regione Liguria. Cozzani ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee di fronte al gip Mario De Bellis. Si è presentato poco prima delle 9 presso il Palazzo di giustizia della Spezia accompagnato dall’avvocato Massimo Ceresa Gastaldo, entrando nell’aula udienze numero 12. “E’ sereno e tranquillo di poter chiarire tutti gli addebiti, che contesta, pur vivendo una situazione non semplice. Al momento non è ancora in grado di rispondere nel merito – ha detto ai cronisti l’avvocato Gastaldo uscendo dal palazzo di giustizia -. Ha fatto presente che le esigenze cautelari, dal nostro punto di vista, non sussistono perché non ricopre da anni la carica di sindaco di Porto Venere e anche perché, in ragione del clamore mediatico della vicenda, non ricoprirà più il ruolo di capo di gabinetto”. Poco prima il fratello di Matteo Cozzani, l’imprenditore Filippo Cozzani, si era a sua volta presentato davanti ai giudici insieme al suo avvocato Luca Bicci. E’ terminato anche l’interrogatorio di garanzia di Roberto Spinelli, figlio di Aldo Spinelli, l’imprenditore portuale finito ai domiciliari perché accusato di corruzione. Secondo quanto appreso, Roberto Spinelli avrebbe risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni. Il gip ha appena iniziato l’interrogatorio di garanzia per l’ex consigliere di Esselunga indagato e sottoposto a interdittiva nell’ambito dell’indagine che ha sottoposto agli arresti domiciliari il presidente di Regione Liguria Toti. “Il tema è Genova ma il tema è anche l’intero Paese. Bisogna capire se è solamente legato ai fatti che leggiamo mi sembra abbastanza preoccupante, nel senso che nessuna impresa prenderà più un appalto pubblico, magari dopo essere stata ad una cena elettorale”. Lo sottolinea Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture e mobilità intervistato a 24 Mattino su Radio 24. “Quello che passa è che si fanno le opere per ingraziarsi un imprenditore che ti dà 70mila euro, siamo all’inizio di un ‘cinema’ che durerà anni e che rischia di bloccare tutti i cantieri”, rileva Rixi. Per Rixi c’è anche “un problema di metodo: la prima cosa che emerge chiara, indipendentemente da come uno la pensi, è che l’attuale legge sul finanziamento sui partiti non va bene e va riscritta immediatamente, deve tornare il contributo pubblico o ci deve essere qualche forma di tutela”. “Noi siamo passati da atti che risulterebbero secondo gli inquirenti già nulli o viziati nel 2020-2021, siamo nel 2024 e quindi tutti gli atti successivi oggi leggendo le interpretazioni vengono visti sotto una luce diversa questo è il tema. Anche cose che magari di per sé non avrebbero problemi, rischiano a loro volta di essere viziate, quindi potrebbe esserci un effetto catena non solo sul porto ma su moltissimi appalti, anche sul retroporto di Alessandria per il Piemonte per esempio o altro”, conclude Rixi. Bucci: “Gioco al massacro, io non ci sto” – “Non ho motivo per pensare di essere coinvolto, e in ogni caso devo rimanere al mio posto di sindaco. Ma potrei anche decidere di dimettermi. Come disse Oscar Luigi Scalfaro, al quale non oso certo paragonarmi, a questo gioco al massacro io non ci sto. Chiedo chiarezza, anche sulla mia posizione”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, il sindaco di Genova Marco Bucci. “Non vedo l’ora di poter parlare con i magistrati. Sono disponibile a discutere di ogni aspetto che riguarda la mia persona e la mia attività” sottolinea. Alla domanda ‘Si sente tradito da qualcuno?’ risponde: “Ovviamente. Io sono quello che ci ha messo la faccia con i miei colleghi di Reggio Emilia e Torino per la nomina di Paolo Emilio Signorini al vertice di Iren. Se sono veri certi suoi comportamenti, questo è un grave tradimento della mia fiducia”. Su Toti, Bucci aggiunge: “Ho lavorato tanto e bene con il presidente e mi auguro ancora di poter tornare a lavorare con lui. L’ho detto e lo ribadisco. Io non so nulla dei suoi rapporti con le altre persone. Ma se certe cose sono vere, è un problema. Anche per me, a livello personale”. L’inchiesta sulla corruzione in Liguria avviata dalla procura di Genova e dalla dda tocca anche la sanità. Come anticipato oggi da alcuni quotidiani, si tratta di due filoni, uno relativo ai vaccini Covid e uno che riguarda invece presunti finanziamenti illeciti a Toti da parte di imprenditori della sanità privata. Per quanto riguarda il reato ipotizzato di falso, il governatore Giovanni Toti e il suo ormai ex capo di gabinetto Matteo Cozzani, entrambi ai domiciliari, sono indagati per i dati Covid: secondo una delle ipotesi della procura i numeri sarebbero stati gonfiati per ottenere più vaccini dalla struttura commissariale. Tra le intercettazioni avviate dagli investigatori una in particolarte riguarda l’argomento. Le ‘cimici’ installate nell’ufficio di Cozzani – già sotto indagine per presunta corruzione elettorale – registrano una conversazione. Cozzani sta parlando della difficoltà di ottenere i vaccini: “Il problema qual è stato… che io avevo già truccato, lui li ha presi, cosa è accaduto li ha riaumentati”, dice il capo di gabinetto. Quel “lui” è il presidente Toti: “Quando me li ha rimandati gli ho scritto ‘ma cazzo pres, ma sono fuori’ e lui ha detto ‘ma li ho un po’ aumentati’ e io ‘ma l’avevo già fatto io’, e lui ‘cazzo dimmelo che l’hai già fatto te, aspetta un secondo’.. vabbè”. Secondo filone d’inchiesta invece è decisamente più complesso, e ricalca quello principale. Gli inquirenti stanno infatti indagando sui finanziamenti che imprenditori del mondo della sanità avrebbero elargito ai comitati elettorali di Toti. Manovre del tutto consuete e legittime, ma il sospetto è che in cambio di questi finanziamenti siano arrivati contratti e convenzioni. Il focus è sui finanziamenti alla Fondazione Change superiori ai 40 mila euro effettuati secondo gli inquirenti da alcune realtà attive nel settore sanitario convenzionato e privato. Come Casa della Salute, un network di poliambulatori specialistici controllati dal gruppo Italmobiliare della famiglia Pesenti che in Liguria ha conosciuto un vero e proprio boom. Nato nel 2013, conta oggi 29 strutture che impiegano 900 addetti, fra cui 450 medici. È presente a Bordighera, Ventimiglia, Sanremo, Albenga, Savona, Cairo Montenotte. E ha preso a contribuire con il Comitato di Toti. Il quale ha ricambiato presentando un loro evento nella Sala della Trasparenza della Regione, nel corso del quale sono intervenuti sia lui sia il sindaco di Genova Bucci. Fra i finanziatori anche l’Iclas di Rapallo del gruppo Gvm, Hc hospital e On health care. All’attenzione dei pm di Genova ci sono tre-quattro finanziatori, che si aggiungono alle 20 società operanti in altri settori entrate nei radar dell’indagine per tangenti.

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