Dopo la notizia della morte di un parente, l’assalto al pronto soccorso: scene purtroppo già viste a Napoli, che aggiungono violenza alla violenza, e che stavolta hanno accompagnato l’agguato messo a segno durante la festa scudetto. Teatro del raid l’ospedale Cardarelli, dove era stato trasportato Vincenzo Costanzo, 26 anni, colpito con numerosi proiettili. Troppo gravi le ferite, il giovane non ce l’ha fatta. Al pronto soccorso si sono presentati familiari e amici del quartiere – Costanzo abitava a Ponticelli – che, nel tentativo di entrare nella struttura sanitaria per un ultimo saluto al loro caro, hanno danneggiato le porte scorrevoli con calci e pugni. Sul posto sono intervenuti gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale, con il supporto del Reparto Mobile. I protagonisti dell’assalto sono stati allontanati: arrestata un donna di 49 anni, P.G., con l’accusa di danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Proseguono intanto le indagini sulla missione di morte in piazza Volturno. Il giovane ucciso era figlio del boss Maurizio Costanzo, esponente di primo piano del clan D’Amico. Scarcerato un paio di anni fa, il suo “ritorno in campo” avrebbe ridisegnato gli equilibri nella faida tra cosche nella periferia orientale (da un lato i D’Amico e i Minichini-De Luca Bossa, dall’altro i De Micco) scatenando nuove rappresaglie con ordigni e colpi di pistola. Sembra dunque ormai accertato, per la dinamica e per il personaggio nel mirino, che la vicenda vada classificata come agguato di camorra piuttosto che come conseguenza di una folle sparatoria per “festeggiare” il Napoli campione. Una chiave di lettura confermata anche dal prefetto Claudio Palomba e dal sindaco Gaetano Manfredi. Nello stesso raid sono rimasti feriti una ragazza di Portici di 26 anni, compagna della vittima, e due giovani di Ponticelli, 24 e 20 anni: la prima è stata medicata al Pellegrini, gli altri a Villa Betania. Nessuno, per fortuna, ha riportato gravi conseguenze.

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