Violenza in corsia, questa volta è toccato ai camici bianchi del Cto. Un paziente, classificato con codice verde (a bassa urgenza) per trauma della caviglia, in attesa da alcune ore, ha perso la pazienza e aggredito i 2 infermieri addetti al triage su cui, soprattutto di notte, ricade tutto il lavoro di accoglienza di traumatismi importanti. Prima la voce grossa, poi gli insulti intimando ai due infermieri di indossare il braccialetto identificativo. Infine il passaggio alle vie di fatto: con un pugno l’uomo ha rotto il plexiglas di protezione della postazione concepita con materiali antisfondamento. Il personale in servizio e le guardie giurate subito accorse hanno chiamato le forze di polizia e l’uomo è stato puntualmente denunciato. I due infermieri questa volta hanno proseguito il turno preferendo garantire il servizio in quanto c’erano quasi 40 pazienti in attesa di visita. «Stiamo registrando un’aggressione al giorno a Napoli e provincia nell’ultima settimana» avverte Manuel Ruggiero, medico del 118 della Asl Napoli 2 nord che con la sua pagina Facebook “Nessuno Tocchi Ippocrate” rappresenta di fatto il primo e unico vero Osservatorio in Campania (e in Italia) in grado di documentare in maniera puntuale e costante le aggressioni e violenze perpetrate ai danni del personale sanitario. «L’Osservatorio nazionale – aggiunge – quello previsto dalla legge sul contrasto alla violenza al personale sanitario non è mai decollato e tutti i dati in possesso del Ministero della Salute si basano solo sulle segnalazioni Inail per infortuni sul lavoro». Il fenomeno delle aggressioni a Napoli, nonostante l’attivazione del presidio di polizia al Pellegrini e all’Ospedale del mare, non accenna a ridurre i suoi numeri. Dall’inizio di quest’anno, rispetto al 2022, si registrano 5 aggressioni in più. Nella sola Asl Napoli 1 se ne contano 24 nel 2023 che arrivano a 35 in totale tra territorio della Asl Napoli 1 e della Asl Napoli 2 dall’inizio dell’anno. «Un ritmo impressionante aggiunge Ruggiero, numeri che ci dicono che le misure adottate dal governo sono ancora insufficienti e non stanno dando i frutti sperati. Dopo gli ospedali in cui il collegamento diretto con la polizia o l’istituzione di un posto fisso è previsto, come al Cardarelli e al Santobono, resteranno sguarnite strutture che fanno alti numeri di prestazioni come il San Paolo e il Cto a Napoli e l’ospedale di Pozzuoli e di Giugliano in provincia. Il ministro Piantedosi non può dividere i pronto soccorso in quelli di serie A e di serie B». Proprio a Giugliano due giorni fa a seguito del decesso di un anziano in pronto soccorso un giovane parente se l’è presa col personale sanitario: una scena già vista al Pellegrini e all’Ospedale del mare nei mesi scorsi.

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