Chi semina raccoglie. E Giovanni Zannini nel suo primo mandato in Regione ha seminato tantissimo. Ha sgobbato senza mai perdere di vista il territorio. Il rapporto con gli amministratori locali è stato costante. Quotidiano. Alla lunga il lavoro paga. Sempre. E il consigliere regionale alle elezioni per il rinnovo del parlamentino campano ne ha tratto grande profitto. Nel 2015 racimolò circa 2mila voti. Nel 2020 ha toccato addirittura quota 22mila preferenze. Il più votato in assoluto della provincia di Caserta. Un boom che ha lasciato a bocca aperta tutti. Ma Zannini come ha fatto?, si sono chiesti in tanti. Semplice: si è rimboccato le maniche e consumato suole e suole di scarpe. Oggi è uno dei fedelissimi di Vincenzo De Luca. Il governatore lo tiene fortemente in considerazione. Ha visto Zannini in azione. E ha apprezzato le due doti: pragmatismo e competenza. Un pezzo da novanta come il consigliere della lista De Luca Presidente nella campagna elettorale delle politiche del 25 settembre sposta molto. Può fare la differenza. Come si sta muovendo Zannini?

Giovanni Zannini e Stefano Graziano

“Per fortuna che la coalizione del Pd – dichiara in esclusiva a Campania Notizie – questa volta è capeggiata da Stefano Graziano. Tutti i voti che il partito democratico riceverà dall’area moderata sono dovuti unicamente all’amicizia personale tra me e Stefano e tra me e Tommaso De Simone e Vincenzo Santagata, nonché alla stima che i 3 candidati raccolgono tra molti amministratori moderati”. Non si nasconde dietro un dito Zannini. Che però chiarisce limpidamente la sua posizione: “Senza Santo Stefano sarebbe stato impossibile per me e i miei amici votare per il Pd. Se dovessimo tenere conto del fatto che anche di recente, ad esempio a Mondragone, il partito democratico incassando l’ennesima sconfitta ha ritenuto di schierarsi, unitamente alla Lega, contro la coalizione organizzata dal sottoscritto quale rappresentante di De Luca Presidente, allora sarebbe stato davvero difficile motivare il voto al Pd. La fortuna dei dem – aggiunge Zannini – è che ha scelto per le politiche i candidati i candidati giusti. Ripeto, io voto faccio votare Pd per Santo Stefano (Graziano, ndr)”. Ma il credito ai democrat si esaurisce qui: “Se in futuro – rimarca il consigliere regionale – non avremo di fronte un partito democratico diverso allora le nostre strade si separeranno”. Ovviamente le dinamiche elettorali sono complesse e si intrecciano con gli assetti territoriali. Anche su questo punto Zannini non usa giri di parole. “Il mio è un movimento civico e quindi, trattandosi di elezioni politiche, trovo del tutto fisiologico che amministratori o amici dei moderati possano votare candidati di altre coalizioni”. Ma anche su questo punto il consigliere regionale deluchiano sgombra il campo da equivoci: “Ciononostante la campagna elettorale è apertissima e i candidati in coerenza con il governo regionale (cioè quelli di centrosinistra, ndr) avranno tutto lo spazio possibile”. La discesa in campo di Zannini accanto a Graziano conferma la bontà della scelta dei vertici nazionali dem di candidarlo come capolista nel listino bloccato del proporzionale. Uno come lui aggrega e affascia mondi che vanno ben oltre il perimetro del partito. Santo Stefano è addirittura riuscito a convincere Giovanni Zannini a votare per il Pd. Un miracolo.

Mario De Michele

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