SAN TAMMARO – E’ andata deserta questa mattina l’asta per la vendita della Reggia borbonica di Carditello, sita nel Comune di San Tammaro (Caserta). Si partiva da una base di 15 milioni di euro ma, come previsto, non ci sono state offerte. Il prossimo appuntamento è per il 21 marzo,

con la stessa somma di partenza, ma nelle udienze successive il giudice potrà ridurre del 20-25% la cifra, rendendo di fatto il sito certamente più appetibile ai privati. Un’ eventualità che il sindaco di San Tammaro, Emiddio Cimmino, prova ad escludere. Da quattro giorni ha iniziato uno sciopero della fame per sensibilizzare sulla vicenda l’opinione pubblica e le istituzioni, in particolare Regione e Ministero per i Beni Culturali, e ancora oggi, nonostante nessun segnale sia arrivato dai due enti, non perde l’ ottimismo. Dal Quirinale infatti è giunta la tanto sospirata convocazione per discutere della questione. “Il 22 marzo – annuncia Cimmino – sarò a Roma per incontrare il Capo dello Stato Giorgio Napolitano che è rimasto molto colpito dalla situazione della reggia borbonica anche per le sue origine partenopee. Per questo stasera sospenderò la mia protesta. So che il Presidente ha sollecitato gli enti coinvolti affinché trovino una soluzione. Per ora nessuno si è fatto sentire ma in ogni caso dobbiamo fare in modo che la Reggia non vada in mani private per evitare infiltrazioni pericolose. E io sono fiducioso che qualcosa si sbloccherà”. Dalla Regione, che controlla il Consorzio di Bonifica del Basso Volturno proprietario del sito, potrebbe arrivare una convocazione “anche se al momento – afferma Cimmino – il Governatore Caldoro sta nicchiando. Non capisco cosa aspetti a muoversi”. La Regione – continua il sindaco di San Tammaro – ha un debito verso il consorzio di circa 7 milioni, se pagasse la situazione migliorerebbe”. Il problema, però, sono i 32 milioni di euro di debiti che il Consorzio ha nei confronti dell’ ex Banco di Napoli, della cui riscossione si sta occupando la Sga, società del Ministero del Tesoro che avrebbe già incassato per conto dell’istituto di credito almeno 400 milioni di euro. Nel 2003 propose una transazione di 9 milioni di euro ma non se ne fece nulla. “Sono tutti enti pubblici – riflette Cimmino – dovrebbero avere a cuore il destino di un sito così importante come la Reggia di Carditello il cui rilancio potrebbe creare sviluppo e occupazione in una zona come la nostra, distrutta dalle discariche e dalla camorra”. Il real sito di Carditello, residenza reale, casino di caccia, e poi fattoria modello, realizzato nel ‘700 con aggiunte progressive dai re Carlo di Borbone e Ferdinando IV, e’ un importante esempio di architettura polifunzionale. Le pareti della reggia furono affrescate dal pittore Philip Hackert.

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