Ad una settimana dalla chiusura del reparto di cardiochirurgia dell’ospedale civile di Caserta non si intravvedono spiragli per la soluzione di un problema che sta creando gravissimi disagi ai cittadini. Il drastico provvedimento è stato assunto dopo un’allarmante serie di decessi.

Da gennaio di quest’anno sono decedute 13 persone ricoverate nel reparto. Addirittura quattro degenti sono morti durante un solo turno di lavoro. E per cercare di correre ai ripari stamattina ha fatto visita al San Sebastiano una delegazione di parlamentari del Pdl, tra cui Giovanna Petrenga, Enzo D’Anna e Giovanna Petrenga.

Prevista anche la presenza di Raffaele Calabrò, commissario regionale alla Sanità, che per altri impegni non preso parte all’ispezione. La chiusura di Cardiochirurgia fu comunicata attraverso una nota del direttore sanitario Diego Paternosto. Il blocco dei ricoveri nella terapia intensiva del reparto fu disposta per “urgenti e improrogabili lavori di adeguamento e riqualificazione”.

Ma subito prese corpo un’altra ipotesi inquietante: a causare i decessi potrebbe essere stato un germe. Il contagio sarebbe avvenuto in quanto alcuni degli 8 posti del reparto destinati ai pazienti operati al cuore venivano utilizzati anche per ospitare degenti provenienti dalla rianimazione generale. Il germe-killer sarebbe la klebsiella, normalmente presente nella mucosa respiratoria e nell’intestino.

I batteri contenuti nel germe si comportano da patogeni, provocando polmonite, setticemia ed altre infezioni ai tessuti molli[3], tra cui l’apparato intestinale, provocando forti gastroenteriti. La klebsiella implica in sostanza complicazioni respiratorie che per i pazienti operati al cuore possono causare la morte. E i decessi che si sono registrati all’ospedale di Caserta dall’inizio dell’anno sarebbero dipesi proprio da problemi respiratori.

 

Mario De Michele

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