Riporto testualmente dal vocabolario Treccani, dimissione: “Il dimettere o il dimettersi da un impiego, da una carica, da un pubblico ufficio”. Ne consegue, già solo dal punto di vista linguistico, che tale carica o ufficio pubblico non può essere esercitato. Spero che fin qui i “Guardiani della Galassia” siano d’accordo. Se poi per convincerli che è così serve un parere dell’Accademia della Crusca possiamo richiederlo. Vi assicuro che il significato è chiaro e inconfutabile. Bene. Il sindaco Giuseppe Dell’Aversana si è dimesso, ripeto dimesso, lo scorso 12 luglio. Per legge può revocare le dimissioni entro 20 giorni a partire da tale data. Sono certo che uno come lui che considera la POLITICA una cosa seria non le ritirerà mai altrimenti trasformerebbe la POLITICA pulcinellamente in una pagliacciata. Detto questo, e ribadita la nostra piena fiducia nella serietà POLITICA del primo cittadino (confermerà le dimissioni al 100%) dobbiamo però registrare che sul tema della LEGALITÀ, altro che sta molto a cuore al primo cittadino dimissionario, Dell’Aversana sta perdendo qualche colpettino. Giusto per non annoiarmi troppo in vacanza ho dato un’occhiata al sito ufficiale del Comune di Sant’Arpino, Albo pretorio, sezione Ordinanze. E con mia somma sorpresa ho notato che il 18 luglio (l’altro ieri) il sindaco ha firmato l’ordinanza n. 46. Prima di andare nel merito del provvedimento un’altra parentesi linguistica. L’oggetto dell’ordinanza, parole testuali, recita così: “Annullanto Ordinanza n. 38 del 29/06/2018”. Sfogliamo di nuovo il vocabolario Treccani. E pur sfogliando e risfogliando non riusciamo a trovare il termine “Annullanto”. Evidentemente lo scrivano al posto di annullamento ha scritto annullanto. Una svista. Più che giustificabile anche perché Dell’Aversana è professore di matematica e non di italiano. Ma veniamo al dunque altrimenti i “Guardiani della Galassia” si incazzano. L’ordinanza n. 46 annulla una precedente ordinanza, la n. 38, adottata dall’allora sindaco non dimissionario lo scorso 29 giugno in seguito ad un controllo dei Nas di Caserta avvenuto il 28 maggio presso lo studio odontoiatrico della dottoressa Rosa Dell’Aversana F.P. Maisto a Sant’Arpino.

I Nas disposero la chiusura del centro medico e segnalarono tra le altre cose che “… l’attività odontoiatrica si avvale di due sale operative … ; inoltre nel locale indicato quale deposito è stata installata una cucina per uso domestico, intercomunicante con l’ufficio direzionale. Le modifiche strutturali ed organizzative non risultano essere state comunicate al Dipartimento di Prevenzione della Asl. di Caserta per il tramite della locale autorità amministrativa, né da questa autorizzate. … rispetto ai requisiti minimi previsti dalla normativa di riferimento, sono stati accertati gli inconvenienti che di seguito si allegano: … – assenza di locale/armadio spogliatoio per il personale.” Insomma una lunga serie di irregolarità. Il sindaco non dimissionario ordina alla dottoressa Dell’Aversana (si dice in giro sua dentista ma soprattutto sua parente) di “…assentire le sopra richiamate irregolarità edilizie per conformarle alle vigenti normative a seguito di controllo, del Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute, Nas di Caserta…”.

Fin qui tutto ok. Atto dovuto. Ma arriviamo al 18 luglio. Il sindaco dimissionario, ripeto dimissionario (repetita iuvant), adotta l’ordinanza n. 46, dopo che lo studio medico è stato rimesso in regola in fretta e furia (19 giorni), l’annullamento dell’ordinanza n. 38 del 29 giugno. Ecco l’inghippo, direbbe il Bardo (“Guardiani della Galassia”, è Shakespeare). Ma se il sindaco è dimissionario perché adotta l’ordinanza che consente la riapertura del centro dentistico? Poteva farlo? È un atto legittimo? Beh, ho chiesto la consulenza di stimatissimi avvocati amministrativisti. Tutti mi hanno risposto allo stesso modo: non c’è una giurisprudenza chiara in questi casi, soprattutto sono casi rarissimi, molto insoliti. Ben conoscendo l’importanza che Dell’Aversana dà al rispetto della LEGALITÀ non nutro dubbi sulla sua buona fede. Mi chiedo però, e gli chiedo, se prima di emanare l’ordinanza da sindaco dimissionario sia sia almeno avvalso di una consulenza legale chiedendo il parere a un avvocato di indiscusso valore. Credo proprio di sì. Non avrebbe mai messo in pericolo a cuor leggero il rispetto della LEGALITÀ, a maggior ragione se l’atto amministrativa favorisce una sua parente. Nel contempo non posso non far rilevare che sotto il profilo politico si tratta di un provvedimento decisamente incoerente. Così rischia seriamente di trasformare la POLITICA pulcinellamente in una pagliacciata. Si è dimesso o no? Riporto di nuovo testualmente dal vocabolario Treccani, dimissione: “Il dimettere o il dimettersi da un impiego, da una carica, da un pubblico ufficio”. Senza scuorn!

Mario De Michele

LEGGI L’ORDINANZA DEL SINDACO DIMISSIONARIO GIUSEPPE DELL’AVERSANA

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