Regionali Campania, il Pd di Caserta alle prese con il caso D’Angelo. Cimmino pronto a tutto per trovare il quarto candidato maschio, mentre il circolo di Sessa Aurunca diventa l’ufficio del Catasto Sette samurai sono pronti. E stanno affilando le katane. Sull’ottavo combattente necessario per comporre la squadra d’assalto del Pd casertano alle regionali della Campania aleggia ancora più di un’incertezza. Le nubi si devono diradare nel giro di poche ore. È scattato il countdown per la presentazione delle liste. Resta solo una settimana di tempo. La sabbia della clessidra mette ansia. Soprattutto fretta. Bisogna chiudere i giochi sull’ultimo nome della compagine dem in corsa per una poltrona da “parlamentare” campano. Sul palcoscenico dell’assemblea regionale dell’11 agosto si è consumato un coup de théâtre in stile Agatha Christie. Ci verrebbe da citare “Dieci piccoli indiani” se non fossero otto i protagonisti della soap opera democrat. In verità si addice alla circostanza dei fatti anche l’accostamento al teatro dell’assurdo. “Aspettando Godot” è il dramma beckettiano che meglio riassume la condizione di attesa, per nulla dolce, in cui versa il partito di Zingaretti in Terra di Lavoro.

L’autocandidatura di Eugenia D’Angelo (teatrale quanto assurda) è rimasta in freezer. Il leader del Pd casertano Emiddio Cimmino è giustamente alla ricerca di qualcosa di meglio politicamente ed elettoralmente. Infatti in attesa del completamento della compagine ha proposto 7 nominativi: gli uscenti Stefano Graziano e Gennaro Oliviero, l’ex senatrice Lucia Esposito, Massimo Schiavone, Annamaria Sadutto, Antonella D’Andrea e Gerardina Martino. Pur facendo parte del civico consesso di Aversa la D’Angelo (team Oliviero) non ha un respiro provinciale. Ha il fiato corto. Ed anche nella sua città non farebbe incetta di voti. Più verosimilmente rischia di prendere “un bagno politico” memorabile nella lunga estate calda del 2020. Qualcuno potrebbe rinfacciarci che i pronostici possono essere smentiti dai fatti. Beh, è vero. Ma una cosa è credere nel ribaltamento dei pronostici, altra cosa è credere nei miracoli. Nessuno che cammini sulla superficie terrestre o che sia sano di mente considera D’Angelo competitiva sul piano dei consensi. Al netto della consistenza elettorale c’è un dato molto più rimarchevole. Il consigliere comunale normanno pesca solo e soltanto nel mare del Pd. Anzi nel fiume Oliviero. A conti fatti non porterebbe nulla alla lista. Non a caso Cimmino, da politico navigato, si è subito messo in moto per correre ai ripari. “Con un candidato così debole che non prende voti anche all’esterno del partito rischiamo di perdere tutti”, ha confidato a persone fidate l’ex sindaco di San Tammaro. Come dargli torto? Eppure solo lui e Stefano Graziano, l’altro consigliere regionale uscente in campo alle elezioni, sembrano rendersi conto che al Pd di Caserta i due seggi non scatteranno per grazia ricevuta, ma solo se la lista otterrà un successo.

Altrimenti addio sogni di gloria. Per quasi tutti, cioè per 7 candidati su 8. Anche sulla scorta di questo ragionamento Cimmino e Graziano hanno favorito l’ingresso di Massimo Schiavone. Il capo dell’assise di Sessa Aurunca e consigliere provinciale porta in dote 5-6mila voti, molti non riconducibili all’alveo dem. Insomma, è un valore aggiunto. Gli consigliamo di far coprire i manifesti 6×3 con la sua faccia con il simbolo di Noi Campani, sennò fa pubblicità gratuita al suo ex amico Luigi Bosco. C’è da dire che Graziano aveva in mente un doppio obiettivo: da un lato rafforzare la lista, dall’altro indebolire Oliviero. Legittimo. Ha dato la zampata giusta. Chapeau. Il Signor Sottile peraltro ha messo con le spalle al muro il gruppo dirigente di Sessa Aurunca che ha dovuto accogliere a braccia socchiuse e con falsi sorrisi sulle labbra il figliol prodigo Schiavone. I vertici locali hanno dato il “NULLAOSTA”, così recita la nota stampa. Mah, evidentemente il circolo Pd sessano si è trasformato nell’ufficio del Catasto. Buono a sapersi per gli utenti che dovranno sbrigare pratiche urbanistiche. Non solo. Il documento sottoscritto dalla sezione locale sembra redatto da bambini dell’asilo piuttosto che da esponenti politici. In sostanza si dice a Cimmino: “Tu e Graziano avete piazzato Schiavone, ora fate anche il nome di un candidato di Caserta città”. E che razza di discorsi sono? Ribaltiamo il discorso.

Egregi dem di Sessa Aurunca, perché non lo indicate voi un candidato maschio di Caserta città? Non avete un nome? Un suggerimento: l’ex sindaco Ubaldo Greco, politico dalle doti cristalline e di indiscussa integrità morale. Per giunta prenderebbe voti a sinistra del Pd. Anche quest’eventuale candidatura, per quanto autorevole, più che un pronostico sembra un miracolo. E noi siamo atei. Torniamo quindi nel mondo delle cose reali, dove si sta destreggiando Cimmino. Nelle ultime ore ha intensificato il pressing su Carlo Marotti. Quest’ultimo aveva dato disponibilità a candidarsi con Fare democratico, una lista che via via ha perso appeal. Marotti potrebbe sciogliere la riserva dopo Ferragosto. In caso di risposta affermativa si otterrebbe un duplice effetto positivo per il Pd. Il raggruppamento di Fare democratico potrebbe sfarinarsi del tutto. Cimmino ci sta provando in ogni modo. Avrebbe detto a Marotti “dimmi dove sei che ti raggiungo pure alle Hawaii”. Non osiamo immaginare l’ex primo cittadino di San Tammaro col suo fisico aitante in tenuta da mare. Stanno tremando pure lì. Il comparto turistico subirebbe un crollo che metterebbe in ginocchio l’intera economia.

Ma Cimmino è pronto a tutto. Anche perché, da persona di parola, vuole mantenere fede all’impegno assunto con le candidate in gonnella del Pd: “La lista sarà composta da 4 donne e 4 maschi”. Riuscirà il nostro eroe nell’impresa? Lo sapremo presto. Nel frattempo ci auguriamo per gli hawaiani che Cimmino non sia davvero costretto a prendere l’aereo.     

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