“Green Hill 2001 è un’azienda situata a Montichiari in provincia di Brescia che alleva cani beagle per i laboratori di vivisezione. Da questo allevamento più di 250 cani ogni mese finiscono negli stabulari, tra le mani dei vivisettori e sui tavoli operatori. Cani nati per morire e condannati a soffrire.” Queste poche righe prese dalla pagina del sito “Fermare Green Hill” rendono chiara l’idea sull’operato dell’azienda, ma c’è di più, i cani, circa 2500 per volta sono chiusi in cinque capannoni, non vedono e non vedranno mai nella loro vita un filo d’erba o luce naturale, da qui partono per i laboratori di vivisezione nei quali le condizioni prima che vengano torturati e soppressi non sono affatto migliori.
Pochi sanno che tutti i moderni prodotti chimici, farmaci, cosmetici, pesticidi, additivi, prodotti per l’igiene della casa devono essere per legge testati sugli animali prima di essere commercializzati. Questi ultimi vengono forzati ad ingerire o a respirare una sostanza o a resistere alla sua applicazione negli occhi o sulla pelle nuda, cosicchè i ricercatori ne possano analizzare le bruciature, le infezioni e gli avvelenamenti che essa provoca. E ancora meno si sa che per ogni specie le reazioni ad una determinata sostanza sono talmente diverse che un veleno letale per i topi può essere una cura per noi e viceversa, ad esempio la pennicillina che per noi è un antobiotico per i porcellini d’india è un veleno mortale, il botulino letale per noi sui gatti non ha alcun effetto. Malgrado questa consapevolezza si continua a sperimentare sugli animali senza nessuna garanzia per noi ma soprattutto creando enormi sofferenze e morte a circa 3000 animali al giorno solo in Italia.
Pochi sanno che tutti i moderni prodotti chimici, farmaci, cosmetici, pesticidi, additivi, prodotti per l’iigiene della casa devono essere per legge testati sugli animali prima di essere commercializzati. Questi ultimi vengono forzati ad ingerire o a respirare una sostanza o a resistere alla sua applicazione negli occhi o sulla pelle nuda, cosicchè i ricercatori ne possano analizzare le bruciature, le infezioni e gli avvelenamenti che essa provoca.
Pochi sanno dell’enorme uso di animali in studi di ogni genere, dalle ricerche farmacologiche, in cui si inducono artificialmente malattie tipiche degli esseri umani sugli animali per poi studiarle; alle ricerche fisiologiche in cui si utilizzano i loro corpi per conoscerne i segreti; passando per una infinità di sperimentazioni, nel campo della psicologia, della medicina veterinaria o delle industrie che operano in campo bellico.
Intossicati da cià che in futuro troveremo sullo scaffale del supermercato, sottoposti volutamente a traumi fisici e psicologici o a operazioni chirurgiche con la speranza di trovare qualche cura estendibile poi agli umani; oppure costretti a digiuno, decerebrati, ustionati, mutilati, colpiti da scariche elettriche o a qualsiasi altro tipo di tormento possa essere considerato utile o perlomeno sul quale valga la pena cimentarsi in una qualche ricerca.
Le cifre globali sono spaventose: nel mondo un numero compreso tra i 300 e i 400 milioni di animali ogni anno subisce esperimenti di ogni tipo.
Sono moltissime le specie utilizzate: soprattutto topi e ratti ma in numero notevole anche cani, gatti, primati porcellini d’India, mucche, suini, cavalli, pecore, capre, piccioni, furetti, rettili, pesci, uccelli…
Il 14 ottobre attivisti del il movimento antivivisezionista italiano hanno occupato uno dei capannoni di Green Hill calando uno striscione con su scritto “Questo lager deve chiudere!”
La giornata di lotta non si è conclusa con l’occupazione del tetto ma è continuata tutta la notte fino alle 14 di sabato 15 ottobre.
di Angela De Laurentiis