di Ginorossi

La notizia del ritiro a vita privata annunciata qualche puntata fa alla trasmissione “Che tempo che fa” ha colto un po’ tutti di sorpresa. Sì, perché Ivano Fossati non è un cantante qualunque, ma uno dei più grandi cantautori fino a oggi in attività. Le parole delle canzoni sono così banali che se appena ci metti un pizzico di intelligenza ti chiamano poeta ha detto in una intervista Paul Simon e di certo non poteva riferirsi a Ivano Fossati, autore e interprete di canzoni memorabili, uno dei più lucidi musicisti-intellettuali del panorama italiano. Genovese di nascita inizia da giovanissimo a suonare il pianoforte per passare poi alla chitarra e al flauto.

La sua carriera professionistica inizia con i “Sagittari” un gruppo genovese che dopo il suo ingresso diverranno i “Delirum”. Con questa formazione esce nel 1971 il primo 45 giri “Canto di Osanna” un brano molto originale che vedeva Ivano in veste di cantante/flautista. Pochi mesi dopo segue la pubblicazione del primo album “Dolce Acqua” dove la band si propone con un progressive rock, genere in voga in quegli anni, che richiama le atmosfere musicali del “King Krimson” e dei “Colosseum”. Ho purtroppo l’età di ricordare la loro prima apparizione al festival di San Remo nel 1972 con il brano “Jesahel” che si classificò sesta ed ebbe un grosso successo commerciale. Dopo queste esperienze lascia la band e intraprende la carriera da solista. Dopo i primi dischi, forma un duo con un altro cantautore, Oscar Prudente, con il quale incide due album di discreto successo.

Nel frattempo regala una miriade di brani ad artiste come Mia Martini, Mina, Loredana Bertè, Patty Pravo, Ornella Vanoni, Dalidà, Fiorella Mannoia, Anna Oxa, indirizzando così il suo stile musicale verso il pop e affinando la vena poetica che svilupperà in seguito come cantautore. La carriera prosegue con la pubblicazione di primi album che non ottengono un buon riscontro fino al 1979 quando incide “La mia banda suona il rock” che riscuote un vero e proprio boom che lo pone all’attenzione del grosso pubblico.

Da lì in poi seguono una decina di dischi che lo consacrano non solo come grande cantautore, ma una sorta di coscienza critica della società italiana. Album come “Panama e dintorni”, “Le città di frontiere”, “700 Giorni”, “La pianta del tè”, “Discanto”, “Lindbergh” sono degli album formidabili in cui sono contenuti brani che sono davvero il meglio della musica d’autore italiana. Durante questa intensa attività artistica ha avuto il tempo di collaborare con Fabrizio De Andrè nella stesura di due testi nell’album “Le Nuvole”: Mêgu megùn e A çimma e all’album “Anime Salve”. La sua produzione artistica annovera fra l’altro la scrittura di racconti (il Giullare) e la stesura di colonne sonore per i film “Il Toro e l’Estate di Davide” regista Carlo Mazzacurati e “L’amore Trasparente” del film Caos Calmo con Nanni Moretti.

Nella sua grande produzione, venticinque album pubblicati, ha scelto per questo appuntamento una raccolta composta da due dischi dal vivo “Buontempo” e “Carte da Decifrare”, registrati nel 1993 al teatro Ponchielli di Cremona, che rappresentano a mio avviso il meglio della sua produzione musicale. Il primo disco contiene, per la maggior parte, brani che ben spiegano la natura inquieta e la sensibilità di Fossati verso i temi sociali di attualità tra cui spiccano “Terre dove andare” un ritmo reggae scandito dalla fisarmonica dove denuncia il tema della disoccupazione giovanile; “La pianta del tè”, da molti critici considerato uno dei suoi capolavori; “Una notte in Italia” una sorta di piccolo breviario del nostro mal di vivere, in perenne conflitto con i morsi della coscienza, con l’esigenza di una condotta morale; la danza sudafricana di “Buontempo” che è la “title track”; la stupenda “I treni a vapore” di cui vi è una bellissima versione interpretata Fiorella Mannoia; “Panama”, un reggae sornione con un testo divertente diventato un hit negli anni ottanta, e uno dei brani da me preferiti “Questi posti davanti al mare” che nella versione registrata in studio vedeva la partecipazione di Fabrizio De Andrè e Francesco De Gregori. Una melodia molto semplice ma con un testo che è a mio parere fantastico nella sua semplicità dove Fossati esprime tutto il suo amore per il mare. Un brano imperdibile!

Il secondo album “Carte da decifrare” non è da meno dove nei brani si alternano versi d’amore ad altri di contenuto più sociale e politico. Il disco si apre con “Lindbergh”, uno dei suoi album più apprezzati, che è una riflessione sul mondo visto da un aereo; “I ragazzi d’Argentina” un testo che è un misto di rassegnazione e nostalgia verso la madrepatria su di un ritmo che ricorda un po’ le milonghe di Paolo Conte; la canzone che dà il titolo alla raccolta “Carte da decifrare” bellissima ballata d’amore che richiama nella scrittura lo stile dei sonetti di Cecco Angliolieri (se fossi foco…); “La canzone popolare” dal ritmo trascinante, che credo non ha bisogno di presentazione, divenuta l’inno ufficiale dell’Ulivo, per i suoi alti contenuti sociali e politici; la roccheggiante “La musica che gira intorno” un testo diretto e sferzante contro la musica fatua “che non ha futuro” e al tempo stesso la descrizione dei musicisti controcorrente “per niente facili/uomini poco allineati). Una raccolta che nonostante gli anni mantiene un fascino e un’attualità sorprendente.

Di carattere schivo e insofferente Ivano Fossati ha attraversato, da buon genovese, la canzone italiana come un viaggiatore sempre alla ricerca di nuove rotte da seguire e, anche se la sua verve creativa ultimamente sembra abbia perso un po’ si smalto, con le sue canzoni rappresenta ancora oggi una sorta di coscienza critica non solo a livello musicale, ma della stessa società italiana. Nell’opuscolo contenuto nel primo disco, lo stesso autore scrive: ”Queste sono alcune canzoni che ho scritto nell’arco di una quindicina d’anni, nessuna è più vecchia, credo. Un arco di tempo ampio, profondo e felice. Ora che le ascolto tutte in fila mi accorgo che raccontano la stessa articolata storia e inseguono lo stesso improbabile sogno e destino. Mah! Mi preparo ad un nuovo, più o meno segreto piano di fuga”.

Come si vede era tutto ben chiaro molti, ma molti anni fa.

Artista: Ivano Fossati

Titolo: Dal Vivo Volume I e II

Genere: Musica d’Autore/Rock

Anno: 1993

Etichetta: EPC


TRACKLIST:

Dal Vivo Volume 1 (Buontempo)

1.Terra Dove Andare

2.La Pianta Del Tè

3.Una Notte In Italia

4.Buontempo

5.I Treni A Vapore

6.Mio Fratello Che Guardi Il Mondo

7.Vola

8.Sonatina

9.Naviganti

10.Panama

11.La Pioggia Di Marzo

12.Questi Posti Davanti Al Mare

13.Amore degli occhi

 

 

 

 

 

 

 

Dal Vivo Volume 2 (Carte da Decifrare)

1.Lindbergh

2.Discanto

3.L’uomo Coi Capelli Da Ragazzo

4.Italiani d’Argentina

5.J’adore Venise

6.La Casa

7.Carte Da Decifrare

8.La Canzone Popolare

9.E di Nuovo Cambio Casa

10.La Costruzione di Un Amore

11.La Musica Che Gira Intorno

12.La Volpe

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