di Ginorossi

L’insostenibile leggerezza della musica di Ginorossi Si sa che d’estate la produzione musicale rallenta e l’industria discografica lancia sul mercato una musica più spensierata per tenerci compagnia nei giorni di relax. In genere di questi tempi esplode il “tormentone” da cui non possiamo fuggire.

Lo senti in tutte le radio, te lo trovi alla tv, al bar e… praticamente diventa una persecuzione. Ho dato quindi un’occhiata alle classifiche italiane anche per cercare di individuare a quale “cura” saremo sottoposti questa estate. Tra i vari siti specializzati, mi sono soffermato su ibs.it, dove è pubblicata la Top20 degli album in Italia, la classifica della settimana dall’8 al 14 luglio. L’elenco comprende gli album dei più bravi artisti italiani, come Vasco Rossi, Ligabue, Jovanotti, Gianna Nannini Vinicio Capossela, Caparezza, Zucchero, Raphael Gualazzi ecc., ma la sorpresa è stata nel trovare fra i primi dieci ben due compilations appostate al quarto e quinto posto. Papete Beach Summer 2011 (2cd) e Hot Party Summer 2011. Apro il contenuto dei dischi e subito mi balza agli occhi che le due compilations hanno diversi titoli in comune. Decido così di ascoltare il contenuto di Papete che ha ben 41 titoli (tanto penso, prendo una e ne ascolto due). Scorrendo i nomi degli artisti (?) percepisco che qualcosa non mi quadra. Tolto Lady Gaga (poteva mancare?), Bob Sinclar e la Carrà (ancora!!!) e Jennifer Lopez non ne conosco nessuno! E’ mai possibile? Eppure non ho mai smesso di seguire la musica. Bah! Per non parlare poi dei titoli dei brani. Tabula rasa! Penso fra me e me che forse ascoltando qualche traccia ne riconoscerò qualcuna. Ma sono scettico. Noto che sia gli interpreti sia i titoli delle tracce hanno nomi molto fantasiosi che rasentano l’assurdità tipo “Robbie Groove & Mattias with Cece Rogers feat. Master Freez”, quasi intraducibili, che pronunciati somigliano a titoli famosi di film (vedi Blow Up) o altre canzoni (Come Together, Killer), al limite del plagio e al doppio senso (Move Your Ass). Passo così fra il perplesso e il curioso all’ascolto dei cd. Le musiche (forse è troppo definirle così) dei dischi iniziano e finiscono quasi tutte con lo stesso ritmo traballante, uguale, senza variazioni. La canzone potrebbe essere una. Gli strumenti sono completamente assenti. Non un assolo o una variazione musicale. La musica è tutta campionata e molto compressa in modo da dare una forte dinamica al ritmo. Anche le voci molto metalliche in genere sono filtrate attraverso la strumentazione elettronica. Il mio occhio, non so per quale motivo, cade subito sulla quarta traccia. Un certo Lucenzo feat. Don Omar (sarà mica il Mullah?) esegue “Danza Kuduro”. Inizio l’ascolto e dopo poco capisco di aver trovato sicuramente il “tormentone dell’estate”. Ne ha tutte le caratteristiche. Il ritmo saltellante con pretese rap, il titolo con un palese doppio senso, il cui ritornello tradotto così recita: “oi,oi,oi,oi,oi,oi e per rompere, kuduro, balliamo kuduro, oi,oi,oi,oi,oi,oi vieni piccola balliamo kuduro, oi,oi,oi,oi”. Non sono però riuscito a risalire al significato di “Kuduro”. Sempre più perplesso proseguo l’ascolto e m’imbatto in Alexandra Stan, Inna e Rihanna che interpretano rispettivamente Saxobeat, Sun is Up e S&M. Insignificanti. Ma la perla del primo cd è il nome di un gruppo, tanto che sulle prime ho pensato: ma come li hanno messi qui? Ma poi a ben leggere ho visto che non si trattava dei Pink Floyd, bensì dei Pink Fluid (eh!!), titolo della traccia “Noise in da House”(rumore nella/dalla casa!). Una roba orribile. Un motivetto scontato, ripetuto fino alla noia con un ritmo che definirlo “dance” sarebbe un complimento. Ho letto poi che questi famigerati Pink Fluid fanno musica “House”. L’album prosegue con altre perle. Olav Basoski (New day), Dario Nunez & J- Glass feat. Bobkomyns (Con la Mano Levantada), Alesso (Nillionare). No, non mi sbaglio, s’intitolano proprio così. Arrivo poi all’ascolto di Luca Belloni & Omonimo che eseguono “Come Together”. Finalmente ne conosco una! M’illudo di ascoltare una versione della famosa canzone dei Beatles. Macchè! Riparte il solito ritmo martellante con una vocina di donna che con un tormentone ripete “come to me- co-co-co-come to me Together, come to me-come to me -co-co-come to me Together, Together Together, Together… Stremato, deluso e un po’ incavolato decido a questo punto di abbandonare l’ascolto. Non le reggo più: questo genere di musica non la reggo proprio, anche perché dopo ci sarebbe da ascoltare fra le altre “With U”e “Blow Up”. Tutto un programma! Riflessione finale: che si ascolti questa musica in discoteca è anche normale giacché viene prodotta per quell’uso, ma non è normale a mio avviso spendere quasi 16 euro (tale è il prezzo indicato) per un doppio Cd come questo, anzi a me sembra un vero e proprio spreco… per non usare un termine più pesante. Di questa musica(?) non resta niente. E’ roba usa e getta. Credetemi, ho rimpianto i tempi di “Vamos alla Playa”dei fratelli Righeira!!!

 

P.S. Un mio amico, sapendo che avrei recensito musica dance, mi ha raccomandato di non dimenticare un artista che tra i giovani di oggi va per la maggiore: Pitbull. Non avendolo trovato nella Compilation, ho pensato bene di soprassedere. Alla prossima, con un vero album di Musica.

rossi@campanianotizie.com

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