AVERSA – Da quando nel lontano 1985, da un’idea dei coniugi del Piano, nacque l’Associazione di tiro con l’arco degli Arcieri Normanni, acqua ne è passata sotto i ponti, così come le generazioni di ragazzi che, avvicinatisi a questo sport “minore”, ne hanno pian piano apprezzato l’alto valore e i profondi insegnamenti. Alcuni di loro sono diventati campioni, consentendo alla società sportiva di crescere negli anni e divenire una delle migliori a livello nazionale, fino alla consacrazione nel 2003, con l’assegnazione della Stella d’oro al merito sportivo per i titoli italiani conseguiti.

La promozione di questi valori e del tiro con l’arco è avvenuta, negli anni, anche e soprattutto attraverso la scuola, ma mai, come da qualche mese a questa parte, aveva aperto le porte a persone diversamente abili.

Nonostante le difficoltà economiche e le carenze strutturali, sono stati infatti avviati specifici corsi ed attualmente il campo di tiro vede anche la presenza di alcuni atleti in carrozzina e un nutrito gruppo di atleti non vedenti ed ipovedenti. Suonerà strano, ma anche i ciechi possono tirare con l’arco e, a conferma di ciò, il Comitato Olimpico ha formalmente regolamentato e accolto, durante le recenti Paralimpiadi, la disciplina sportiva del tiro con l’arco per non vedenti. Si dirà che il tiro con l’arco è uno sport di mira, certo, ma esso prevede anche concentrazione, ove è più importante guardare dentro, piuttosto che fuori di sé.

Il significato ed il senso di questi incontri risiedono, in particolar modo, nell’offerta di un intervento socio-riabilitativo, basato su consigli, tecniche, suggerimenti per imparare a destreggiarsi con sicurezza, fiducia ed autonomia nella disciplina del tiro con l’arco, ovviamente avvalendosi anche di ausili idonei. Oltretutto, i principali obiettivi, oltre a quello di colpire il bersaglio, consistono nell’educare i non vedenti ad un corretto utilizzo nella raccolta di informazioni acustiche, tattili, olfattive da codificare ed organizzare in un sistema di riferimento, nonché nell’evidenziare l’importanza dello svolgimento di attività sportive per il benessere psico-fisico della persona.

Questo progetto di altissimo valore sociale ha visto la luce solo negli ultimi mesi, ma è a partire dal 2007 che il Dr. Marco Olivetti, Rappresentante locale dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti (U.I.C.I.), di concerto con l’A.s.d. Arcieri Normanni, ha lavorato perché si realizzasse in concreto. E, nel tempo, il numero degli aspiranti arcieri non vedenti è andato aumentando. A quelli dell’agro aversano, infatti, si sono aggiunti circa 15 allievi del noto Istituto per Ciechi “Paolo Colosimo” di Napoli, in collaborazione con la NOIVED (Non ed ipovedenti Napoli).

È, quindi, nato, dalla sinergia di diverse associazioni, un gruppo affiatato e forte che, ironicamente ma non troppo, si è dato il nome di “ArCiechi Normanni”, le cui idee, motivazioni e progetti si spera continuino, trovando il meritato appoggio nell’amministrazione comunale, sempre particolarmente sensibile a queste istanze.

Nicola del Piano

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