Mentre a Dubai Jannik Sinner continua la preparazione in vista della prossima stagione in cui il numero 1 del mondo sarà chiamato a confermare i grandi risultati ottenuti quest’anno, in un’intervista all’agenzia di stampa France Presse il direttore generale della Wada Olivier Niggli è tornato sulla vicenda doping che vede coinvolto il 23enne azzurro spiegando i motivi che hanno portato l’agenzia mondiale antidoping a ricorrere al Tas di Losanna contro l’assoluzione del tennista italiano per assenza totale di dolo o negligenza.
Le tappe della vicenda
Sinner è risultato positivo due volte al Clostebol a marzo 2024. La sostanza vietata, rinvenuta in tracce infinitesimali, è componente di un farmaco (il Trofodermin) per la cicatrizzazione delle ferite usato dall’allora preparatore di Sinner, Giacomo Naldi, prima di effettuare un massaggio a Jannik. Sinner è stato assolto in primo grado da un tribunale indipendente dell’Itia (International Tennis Integrity Agency) ma successivamente la Wada ha presentato ricorso contro l’assoluzione. Il caso si deciderà, davanti al Tas, non prima di febbraio 2025.
La Wada: “C’è responsabilità atleta”
Niggli ha confermato che “non ci sarà nulla entro la fine dell’anno” e ha spiegato che la posizione della Wada “è che esiste ancora una responsabilità dell’atleta nei confronti di coloro che lo circondano. Quindi è questo punto giuridico che sarà discusso al Tas. Non contestiamo il fatto che possa essersi trattata di contaminazione ma riteniamo che l’applicazione delle norme non corrisponda alla giurisprudenza”, ha aggiunto.
Wada su Sinner “assenza significativa di dolo”
Anche se la Wada cambierà dal 1° gennaio 2027 il codice mondiale anti-doping, modificando la parte sulle assunzioni involontarie dovute a contaminazioni (verrà introdotto il concetto di “fonte contaminata” al posto di “prodotto contaminato”, terminologia più ampia che “comprende fonti di contaminazione come cibo o bevande, contaminazione ambientale o esposizione attraverso il contatto con una terza persona o un oggetto toccato da una terza persona”), l’agenzia sostiene che la vicenda Sinner configuri non un’assenza totale di dolo o negligenza, ma un’assenza significativa.