“Da parte mia sono molto arrabbiato, dopo una partita giocata così: l’Atalanta ha fatto poco oggi, avevamo la gara in mano”. È il sapore dell’occasione persa – che non traspare dal 2-0 di Bergamo quanto dalle sensazioni trasmesse soprattutto nel primo tempo – ad amareggiare Gennaro Gattuso, dopo la sconfitta con la Dea che ferma a quota cinque successi la serie positiva del Napoli. “Io non ricordo un tiro in porta dell’Atalanta. È una squadra che schiaccia le avversarie, fa 5-6 gol a tutti, li mette in difficoltà. Noi l’abbiamo buttata perché ce l’avevamo in mano”.

“L’Atalanta non è partita a mille nel secondo tempo – argomenta il tecnico degli azzurri -, siamo noi che abbiamo commesso due errori, abbiamo cominciato a chiacchierare invece di stare sul pezzo, i due gol ce li siamo fatti da soli. Non mi è piaciuta la mentalità, abbiamo creato ma abbiamo fatto troppe chiacchiere”. E poi ancora più nello specifico: “L’errore ci può stare. Ma dopo l’errore abbiamo cominciato a sprecare energie con l’arbitro e il guardalinee, non mi è piaciuto l’atteggiamento: abbiamo il dovere di non mollare, abbiamo ancora nove partite di campionato, una partita di Champions League, non voglio nessun calo di tensione nemmeno a livello comportamentale. Nel secondo tempo abbiamo pensato solo a lamentarci invece di giocare”.

E pensare che all’intervallo era il Napoli che avrebbe dovuto essere in vantaggio: “Nel primo tempo abbiamo fatto bene ma abbiamo sbagliato tanto, negli ultimi 20-25 metri. Per i giocatori di qualità che abbiamo potevamo fare molto molto meglio. È per tutti questi errori che all’intervallo non ero contento per come avevamo sviluppato il primo tempo”. Tempo di pensare alla Champions? “Impossibile, mancano 38 giorni, non posso pensare al Barcellona. Dobbiamo lavorare sul prossimo anno, sulla mentalità: queste partite ci possono aiutare molto a correggere dove possiamo migliorare. Non possiamo regalare niente a nessuno, a me nel calcio non mi ha regalato niente nessuno, e noi abbiamo il dovere di fare le cose fatte bene, creando una mentalità vincente: abbiamo bisogno anche di questo”.

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