Notificato avviso di proroga delle indagini per mettere a fuoco una serie di aspetti legati al contratto di Victor Osimhen ma anche di altri ex giocatori transitati a Napoli. Poche righe firmate dal pm napoletano Francesco De Falco e indirizzate ai vertici della società azzurra che, come è noto, sono coinvolti nelle inchieste sull’acquisto del calciatore dalla società francese del Lille. Un affare, almeno sulla carta, di 71 milioni di euro (52 milioni cash, più la cessione del portiere Karnezis e e di tre Primavera), su cui ci sono verifiche incrociate: quelle della guardia di Finanza di Napoli, ma anche quelle del corrispettivo nucleo investigativo francese, che sta scavando nei conti della società transalpina. Tecnicamente, dunque, la Procura di Napoli potrebbe chiudere le indagini la prossima primavera, quando anche alla luce del carteggio in corso con i francesi potrebbe chiedere l’archiviazione o esercitare l’azione penale, in vista dell’apertura formale di un processo. Possibilità tutte da mettere a fuoco, in una inchiesta che va avanti dalla scorsa estate, quando vennero notificati avvisi di garanzia a carico tra gli altri dello stesso presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Falso in bilancio è l’ipotesi su cui si muovono gli inquirenti napoletani (pool coordinato dall’aggiunto Vincenzo Piscitelli), sulla scorta di una serie di valutazioni legate al doppio binario usato per portare Osimhen a Napoli. Al centro delle indagini sono finiti così mail e contratti relativi all’acquisto del calciatore nigeriano, ma anche altri aspetti, per lo più legati alla cessione da parte del Napoli al Lille del portiere Karnezis e di tre giocatori della Primavera azzurra (Liguori, Manzi e Palmieri). Qual è il punto? Innanzitutto la valutazione dei tre giocatori della Primavera, che non sono mai entrati nell’organico del Lille. Sulla carta, il valore dei quattro si aggira intorno ai 20 milioni, ma di fatto la traiettoria delle loro carriere parla di ben altro: i quattro sono passati in altre compagini, senza mai sbarcare nel club francese. Una plusvalenza? Una sovraffatturazione che avrebbe inciso nella definizione dei bilanci dei due club interessati all’affare? Tocca agli inquirenti dare delle risposte, anche alla luce del fatto che in questa storia, quando saranno giunte tutte le carte sulla scrivania del pm, dovranno essere ascoltati i diretti interessati. A partire dai tre Primavera che, sentiti come testi, non potranno avvalersi della facoltà di non rispondere (concessa a chi è sottoposto alle indagini), ma avranno l’obbligo di dire tutta la verità. Come è noto, al momento si muove anche la giustizia sportiva, dal momento che il procuratore Figc Chiné si dice pronto a chiedere gli atti alla Procura di Napoli sull’affare Osimhen, in uno scenario che sembra quanto meno ripetitivo. Difeso dal penalista napoletano Fabio Fulgeri, si era espresso così alcuni mesi fa sul Mattino: «In questa vicenda la società partenopea è assolutamente serena, anche perché il caso è stato trattato in sede di giustizia sportiva e ci ha dato un esito favorevole in ben due circostanze». Un riferimento esplicito legato alla assoluzione in sede disciplinare del Napoli, quando ormai due anni fa – vennero fuori i primi sospetti legati alla storia del contratto di Osimhen. Ora si attendono verifiche sul piano penale e disciplinare, anche se in attesa di leggere le motivazioni della stangata alla Juventus c’è un dato di fatto: sul caso Osimhen mancano intercettazioni e mail dalle quali emergerebbe il presunto metodo usato dal club bianconero per costruire bilanci quanto meno sospetti.