Tra il 2002 e il 2003 era transitato da Cesena, ma non se ne era accorto nessuno. Tre gol in due stagioni di Prima divisione avevano reso inevitabile il viaggio di ritorno in Argentina. Ma otto anni fa German Denis non era ancora ‘El Tanque’, il carrarmato – per stazza fisica e capacita’ di segnare – che sta spianando la strada atalantina a colpi di gol.

Nove in undici partite, capocannoniere a sorpresa della serie A: la doppietta al Siena l’ha spedito definitivamente in orbita, confermando il sospetto che forse fin qui era stato sottovalutato. Pierpaolo Marino, che lo porto’ al Napoli dopo averne ammirato l’esplosione all’Independiente (37 in 70 partite), adesso si frega le mani. Il direttore tecnico atalantino aveva visto giusto nell’andare a pescare quel ragazzone che quest’anno ha gia’ superato le 8 reti segnate nel primo anno all’ombra del Vesuvio, massimo bottino nelle tre precedenti stagioni italiane. Quando il presidente Percassi gli ha chiesto di trovare un centravanti, Marino non ha esitato: ci serve Denis. Detto fatto, ha convinto l’Udinese a dirottarlo all’Atalanta. ”Bastava dargli fiducia” ha sottolineato Colantuono. Forse ha ragione il tecnico atalantino: Denis aveva davvero solo bisogno di qualcuno che credesse nel suo potenziale. Al Napoli e all’Udinese era una riserva di lusso, a Bergamo ha trovato la sua giusta dimensione. Si e’ caricato sulle possenti spalle una squadra che giaceva nel sottoscala della penalita’ in classifica, e l’ha trascinata alla conquista di 19 punti in 11 partite. Senza handicap i nerazzurri sarebbero quinti. L’argentino non e’ tipo da esaltarsi facilmente: ”Non penso a quanti gol sto facendo – ha detto a Siena nel dopogara – ma solo alla salvezza della mia squadra: aver subito il pareggio a tre minuti dalla fine Š stato davvero un peccato, tre punti prima del Napoli ci avrebbero fatto davvero comodo”. I suoi ex compagni, che se lo troveranno di fronte sabato sera, stanno gia’ studiando le contromisure per provare a fermarlo. E forse a qualcuno verra’ da pensare che su di lui valeva la pena insistere. Ma e’ lo stesso Denis ad ammettere la sua esplosione a scoppio ritardato e a spiegarne con umilta’ il motivo: ”Il campionato italiano Š molto impegnativo. Bisogna studiare bene i movimenti in campo”. Adesso che li ha imparati, insegue le gesta dei suoi due grandi modelli: ”Ne ho due in particolare: Batistuta e Crespo. Magari potessi eguagliarli”.

 

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