“La cosa che piu’ sorprende, anche se lo sapevamo, e’ che per qualcuno i calciatori non hanno diritto a parlare e che i loro contratti siano una colpa e non siano stati liberamente stipulati fra un datore di lavoro ed un calciatore.

Sappiamo che ogni volta che i calciatori avanzano una richiesta o dicono la loro nei rapporti con le leghe, facili conclusioni sono dietro l’angolo e c’e’ terreno fertile per demagogia, e luoghi comuni. Dispiace che a farle siano, al di la’ dei politici o meno, i dirigenti della Lega, Beretta in particolare, visto che in fin dei conti rappresenta anche quest’ultimo una delle parti che stipulano quei contratti”. Il presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi, in visita nella sede del ritiro della Nazionale italiana guidata da Cesare Prandelli nel centro tecnico di Coverciano, ha parlato degli sviluppi della trattativa sul rinnovo del contratto collettivo dei calciatori. “Abbiamo la forza di un presidente federale che si e’ esposto tanto quanto abbiamo fatto noi, ed ha chiarito la nostra posizione sulla vicenda – ha aggiunto – Credo che c’e’ tutto il tempo per siglare un accordo che e’ stato fatto, concluso e firmato dall’associazione da me rappresentata. Ci sono tutti gli elementi per arrivare alla firma molto prima dell’inizio del campionato. Si continua a far passare il messaggio che la trattativa deve concludersi, mentre e’ gia’ stata conclusa a suo tempo. I contatti che ci sono stati nelle settimane scorse, sono stati tutti per riparlare di un articolo per cui si era gia’ trovata la quadratura, con l’impegno del presidente federale di discuterne, dopo la firma del contratto”. La vicenda – ha spiegato – riguarda il testo dell’articolo 7, che e’ incentrato sugli allenamenti separati o dei cosiddetti fuori rosa, “che a noi interessa perche’ e’ diritto del calciatore di allenarsi in prima squadra e ci evita situazioni di imbarazzo e discriminazione che in alcune squadre sono accaduti, e accadono tutt’ora. Ogni volta invece che si accenna a quando avverra’ la firma dell’accordo, si ritira fuori questo eventuale articolo da ridiscutere, un tema che invece e’ gia’ stato sorpassato dagli eventi”. “La minaccia di non scendere in campo sapete cosa vuol dire per i calciatori. Se diciamo una cosa del genere e’ perche’ – ha spiegato – o e’ l’unica maniera per farci sentire o perche’ sappiamo quanto non sia corretto iniziare un campionato senza la firma di un accordo sul contratto collettivo. Non solo questa vicenda, ha messo in risalto quale sia la situazione della Lega di serie A. L’intenzione, quando c’e’ stata la divisione fra Lega di A e Lega di B, era quella di marciare piu’ spediti ed invece, ci si e’ trovati davanti alle venti societa’ che, a turno, avanzano pretese individuali e mettono in difficolta’ anche l’andamento della Lega”.

 

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