Una marea nerazzurra, un fiume in piena che ha riempito tutte le vie di Milano. Il popolo interista esplode nella sua gioia per la conquista del ventesimo scudetto, celebrando per tutta la città nel giorno della sfilata tricolore. Una lunga carovana nera e blu partita da San Siro e arrivata fino in Piazza Duomo dovendo fare i conti con un entusiasmo con pochi eguali, con migliaia e migliaia di tifosi che hanno seguito tutto il percorso dallo stadio fino al centro, dove la squadra è stata accolta da un’ulteriore distesa di nerazzurro tra bandiere, cori e fumogeni. Una festa cominciata già al Meazza al triplice fischio finale della vittoria contro il Torino. I giocatori hanno fatto il giro di campo con lo striscione “Campioni d’Italia” e le due stelle, tra un gavettone di Pavard verso il tecnico Simone Inzaghi e un Arnautovic in versione capo ultras come nel maggio 2010, quando proprio a San Siro festeggiò allo stesso modo il ‘Triplete’ vinto con la squadra allora allenata da Mourinho e in cui l’attaccante austriaco era una giovane promessa. Espletate le pratiche “burocratiche” del post partita, tra docce e interviste, intorno alle 15.30 i due autobus scoperti parcheggiati nel garage di San Siro hanno cominciato a riempirsi: uno dedicato alla squadra e al mister Inzaghi, l’altro allo staff. Il tutto ovviamente in un’atmosfera di festa, con musica a tutto volume dalle casse fin da subito, oltre alle bandiere e le scritte “campioni d’Italia” e “La seconda stella è nostra, grazie interisti!” sul pullman. E non sono mancati anche i primi cori dal megafono, con i calciatori (Dimarco e Barella tra i primi a prendere il microfono) a cantare “la capolista se ne va” e “i campioni d’Italia siamo noi” tra qualche birra e selfie di gruppo. Una volta usciti dal garage, i due pullman sono stati accolti da una folla in delirio: sul tetto i più scatenati sono stati Dumfries, Barella e Dimarco ma anche Farris, vice di Inzaghi, protagonista nel lanciare i cori. Un entusiasmo anche da parte dei tifosi che ha rallentato e non poco il percorso, considerando che dopo mezz’ora i due autobus hanno percorso poco più di duecento metri, con conseguente arrivo poi in forte ritardo in Duomo. “Mi fate emozionare sempre. Siamo una grande famiglia, abbiamo fatto un grande campionato”, le parole del vicepresidente nerazzurro Javier Zanetti, tra i primi ad arrivare in Duomo per la festa. “Credo che il mister, lo staff e i giocatori abbiano scritto una delle pagine più importanti dell’Inter”. Lungo tutto il tragitto di otto chilometri sono ovviamente proseguiti i festeggiamenti (e si è visto pure un Inzaghi con maschera da…Inzaghi, dopo gli scherzi dei suoi calciatori) e non sono mancati pure gli sfottò verso i rivali del Milan: in particolare Dumfries ha mostrato uno striscione che lo ritraeva tenere al guinzaglio Theo Hernandez (con cui tra l’altro ha litigato nell’ultimo derby finendo entrambi espulsi) in versione cane, mentre Frattesi ha mostrato una scritta “milanista chiacchierone” come da coro della tifoseria interista. Qualche replica non troppo elegante alla festa rossonera del 2022 in cui erano stati usati toni simili, in sostanza, prima di arrivare in Duomo dove sono stati accolti da una piazza gremita e interamente festante tra fumogeni e fuochi d’artificio (che si sono alternati per tutto il pomeriggio fino a tarda notte), mentre sul terrazzo a festeggiare si sono visti non solo i dirigenti nerazzurri ma anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa, noto tifoso interista, oltre ad altri vip invitati per l’occasione. In una serata a forti tinte nerazzurre che tutta Milano faticherà a dimenticare.

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