“A Galliani starebbe bene vincere la Champions e lasciare lo scudetto a noi? Sognare non costa nulla, noi dobbiamo puntare a essere tra i primi 5 e poi, con un pizzico di suspence, sarebbe bello non conoscere fino all’ultimo il finale. Personalmente comunque dico che e’ meglio la Champions che lo scudetto”. Aurelio De Laurentiis, a due giorni dalla supersfida del San Paolo tra Napoli e Milan, replica cosi’ alla suddivisione ‘proposta’ dall’ad rossonero. “Da tifoso penso solo alla vittoria – continua riferendosi al posticipo di domenica, ospite di Sky Sport 24 – da produttore cinematografico mi godo la partita e la sua evoluzione anche se per me e’ sempre complicato al San Paolo, perche’ da quella postazione in tribuna autorita’ non si vede nulla, fortunatamente ho i replay sugli schermi che mi sono montato”. Nel Milan mancheranno Ibrahimovic e Ambrosini e quasi certamente Boateng “ma e’ una grande squadra e ha a disposizione 22 giocatori. Hanno vinto anche senza Ibra, Pato col Barcellona e’ stato straordinario. E poi vincere perche’ all’avversario mancano i pezzi da 90 non serve a nessuno, perche’ il Napoli ha bisogno di vincere o perdere e se vince e’ perche’ ha espresso veramente i suoi valori”.Con Mazzarri il rapporto “e’ buonissimo, come con i registi. Ma se nel cinema mi sono formato e posso dire la mia con una certa competenza, nel calcio non mi posso mettere a discutere di moduli o utizzabilita’ dei giocatori. Non ho la presunzione di fare l’allenatore come non ho mai avuto la presunzione di fare il regista. Come nel cinema il film si prepara a tavolino, ognuno fa il proprio lavoro e si cambiano le scene se sono venute male, cosi’ nel calcio si parte e se c’e’ qualcosa che non ha funzionato abbiamo gli esami di riparazione, cioe’ il mercato di gennaio”. Col tecnico, insomma, tutto risolto. “Con Mazzarri bisogna essere chiari, e’ un toscano”, sorride De Laurentiis, che in estate aveva pensato, in caso di divorzio, di puntare su Gasperini, ora in bilico all’Inter. “E’ fortissimo, ha il suo gioco, il suo 3-4-3 e lo avevo considerato perche’ il Napoli e’ abituato a difendere a tre e per la sua conoscenza dei giovani”, confessa il massimo dirigente dei partenopei, che ammette anche che “la sovraesposizione mi ha sempre dato fastidio ma nel calcio, non avendone mai capito nulla, bisogna metterci il cuore, il cervello e la faccia. In tutte le imprese uno deve essere responsabile di quello che fa ed essendo il rappresentante del Napoli, che si vinca o si perda, la faccia devo mettercela, anche perche’ il Napoli vuole avere il ruolo che gli spetta di diritto visto che la sua tifoseria e’ tra le piu’ importanti al mondo”. Una battuta sulla Champions e sul girone di ferro che a De Laurentiis continua a non dispiacere. “Giocare in un girone debole non ci avrebbe permesso di capire quanto e’ importante il valore del nostro gruppo e quanto giusto fosse stato il lavoro di Mazzarri in estate – sottolinea – Giocare contro tre squadre forti mi da’ il termometro di quello che siamo”.

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