Per Luciano Spalletti è già tutto alle spalle. La questione è nel dimenticatoio, quello che aveva da dire lo ha detto a caldo, ora stop. Ha da pensare alla partita con il Lecce, per lui è finito tutto con le sue parole nello stadio della sua Firenze, quelle parole di accuse alla maleducazione che regna in troppe tribune d’Italia. Non vuole più sentir parlare dell’episodio. Né gli importa che l’uomo che lo ha insultato per tutta la gara (con parolacce contro la mamma) faccia pure, nel tempo libero il tecnico di una squadra Esordienti proprio a Firenze e che alleni un gruppo composto da bambini di 11 anni. Il Tau Altopascio però prende le distanze: «Non ha mai allenato con noi, né allenerà con noi», scrivono in una nota in cui solidarizzano anche con Spaletti. In ogni caso, in totale sono due i tifosi in tribuna identificati dalla questura toscana: l’altro, ha 70 anni. E persino Tommaso il massaggiatore lo aveva identificato con un post. Renzo Ulivieri, presidente degli Allenatori, è molto duro: «Se venisse confermato un ruolo di questo tipo e davvero il signore risultasse tesserato come tecnico, sarebbe giusto che anche la Figc intervenga con una squalifica». Sono due le persone identificate, almeno per il momento. Rischiano il Daspo di due anni. Ma senza obbligo di firma. Poi anche la Fiorentina potrebbe intervenire allungando il divieto di accesso al proprio stadio. In Inghilterra, per episodi simili, i club non fanno più tornare i propri tifosi. Ma siamo in Italia. Ovvio, nessun passo indietro da parte di Spalletti: il sindaco Nardella, a nome della città, si è scusato con un messaggio che Lucianone ha molto apprezzato. Ma per lui è già tutto finito anche se non è escluso. La Digos, con la collaborazione della Fiorentina (vero che il club è rimasto in silenzio in queste ore ma i responsabili della sicurezza hanno lavorato senza sosta assieme agli uomini del Gos per risalire ai due facinorosi), già nella serata di lunedì aveva identificato sia colui con cui Spalletti aveva avuto un faccia a faccia che il tifoso che ha lanciato la bottiglietta. Ma altre immagini sono al vaglio della questura di Firenze, anche perché ci sono stati anche altri insulti nei confronti di Osimhen che è stato trattenuto a fatica dai compagni di squadra. Non solo lanci di bottigliette ma anche una serie di insulti razzisti. In tribuna, tra l’altro, c’era anche l’ad della Lega Calcio, Luigi De Siervo. Scene che non lasciano indifferenti, tant’è che in tanti sono stati costretti a scusarsi per il clima di intolleranza che si respira sulle tribune del Franchi. Non è escluso che la Procura federale possa ascoltare il tecnico azzurro proprio per definire ulteriori sanzioni: lunedì c’è stata una multa di 15mila euro per i cori di discriminazione territoriale e gli insulti di matrice razzista (i cori contro San Gennaro).