Blitz anticamorra nel Casertano dove la Polizia di Stato, coordinata dalla DDA di Napoli, sta eseguendo 34 ordinanze cautelari nei confronti di persone ritenute affiliate al clan Belforte di Marcianise, in particolare alla frangia attiva a Maddaloni. Fatta luce su decine di estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti tra Maddaloni, Cervino e Santa Maria a Vico. Sono accusate, tra l’altro, di associazione di stampo mafioso, estorsione, detenzione e spaccio di droga. Tra le vittime anche i titolari dell’impresa aggiudicataria dell’appalto, del valore di 2 milioni di euro, finanziato in gran parte dalla Conferenza Episcopale Italiana, per la realizzazione di un complesso parrocchiale a Maddaloni.

Il gip di Napoli Maria Vittoria Foschini ha disposto il carcere per 28 persone (oltre una decina di questi sono già detenuti) e per sei i domiciliari. Complessivamente sono 45 le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla DDA di Napoli (pm Conzo e Landolfi, procuratore aggiunto Borrelli). I nuovi reggenti del clan raggiunti dal provvedimento, è emerso dalle indagine realizzata dagli investigatori della Squadra Mobile di Caserta guidati da Alessandro Tocco, sono i parenti dei capi detenuti da anni: c’è il 25enne “figlio d’arte” Andrea D’Albenzio, il cui padre Giorgio e lo zio Clemente sono storici referenti a Maddaloni del clan Belforte, ci sono Pasquale Magliocca e Giuseppe Ciardiello, cugino e cognato dell’altro esponente di spicco Nicola Loffredo, Giuseppe Martino, fratello dell’ex reggente Nicola, oggi collaboratore di giustizia. Determinante per le indagini è stato il sequestro operato dalla Squadra Mobile di alcuni fogli di una sorta di libro mastro, appunti riportanti nominativi e cifre riferibili ai ratei estorsivi richiesti dall’organizzazione agli operatori economici della zona durante l’arresto il 27 gennaio 2011 di Pasquale Magliocca. Gli inquirenti hanno inoltre accertato che alcuni degli affiliati indagati avevano costituito un’organizzazione attiva nel territorio di Maddaloni e nei centri limitrofi, finalizzata alla gestione del mercato degli stupefacenti, in particolare di hashish, che operava parallelamente all’organizzazione camorristica, consentendo loro di “integrare” le entrate derivanti dalle attività estorsive.

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