Sale il numero dei decessi per sospetta esposizione all’amianto degli ex operai dell’Isochimica di Avellino. La scorsa notte è morto, a Salerno, Carmine Iacobelli, 56 anni, sposato, con una figlia, che giovanissimo aveva lavorato per otto anni nell’azienda di Elio Graziano che alle porte di Avellino scoibentava le carrozze ferroviarie. Le condizioni di Iacobelli si erano aggravate a partire dal mese di ottobre dello scorso anno. É deceduto all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno. L’ex operaio non faceva parte delle 237 parti offese individuate dall’inchiesta della Procura di Avellino che, l’11 novembre del 2013, aveva chiuso le indagini a carico di 29 persone nei confronti delle quali si ipotizzano accuse che vanno dal disastro doloso e colposo all’omicidio plurimo, disastro ambientale, lesioni, falso in atto pubblico e abuso di ufficio. Nei primi giorni di gennaio, a distanza di poco tempo l’uno dall’altro, erano deceduti altri due ex operai avellinesi: Antonio Solomita, 54 anni, e Antonio Graziano, 60 anni, cugino quest’ultimo di Elio Graziano, a cui la Procura aveva riconosciuto lo status di parti offese. Gli inquirenti avellinesi hanno accertato il nesso di causalità tra l’esposizione all’amianto e la morte, per sette degli operai deceduti, compresi due operai, Fabio Pastore e Pasquale Soricelli, che si tolsero la vita dopo aver appreso di aver contratto la malattia. Per gli ex operai, costituitisi in associazione, i decessi causati da patologie asbesto correlate sarebbero stati, fino al 2014, non meno di venti.