“L’iniziativa che presentiamo oggi è la sintesi di una serie di azioni portate avanti dal Comitato “don Peppe Diana” e dalle cooperative sociali. La loro attività si basa sulla promozione del cittadino serio, vero, consapevole.

Tutti noi dobbiamo sostenere le attività di queste associazioni fatte di volontari, che portano avanti una battaglia civile. Sappiamo che quella contro la camorra è una guerra, che bisogna vincere con il contributo di tutti”. Così ha esordito il presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, che ha dato il via alla conferenza stampa di presentazione di “Facciamo un Pacco alla Camorra”, un progetto in rete che vede coinvolte le cooperative sociali nel riuso produttivo e sociale dei beni confiscati alla camorra, coltivando e trasformando i prodotti delle “Terre di Don Peppe Diana”, la cui qualità ha raggiunto livelli di eccellenza. All’incontro, che ha visto Gianni Solino, dipendente dell’Ente Provincia e componente della Direzione del Comitato “don Peppe Diana”, nella veste di moderatore, hanno partecipato il prefetto di Caserta, Ezio Monaco, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo, il referente provinciale di Caserta dell’associazione “Libera” e coordinatore del comitato “don Peppe Diana”, Valerio Taglione, e il presidente di Confindustria Caserta, Antonio Della Gatta. Presenti in sala molti sindaci dei Comuni del Casertano, rappresentanti sindacali (tra cui il segretario provinciale della Cisl, Carmine Crisci), del mondo delle professioni e delle associazioni. Il mondo delle cooperative sociali era rappresentato in Aula da Peppe Pagano della cooperativa “Agropoli”. I “paccheri” di don Peppe Diana, le pesche di Casal di Principe, coltivate su un terreno che si sta convertendo alle colture biologiche, la scarola sott’olio e la cioccolata, sempre prodotte a Casal di Principe, la zucca e la passata di pomodoro, provenienti da un terreno confiscato di Sessa Aurunca, sono solo alcuni dei prodotti presenti all’interno del Pacco. Acquistando il “Pacco alla Camorra”, che è disponibile in due versioni (piccolo e grande) ed è composto da tutti prodotti tipici campani provenienti dalle cooperative sociali che operano su terreni confiscati alla criminalità organizzata, e promuovendone la vendita, si contribuisce allo sviluppo di una economia alternativa a quella camorristica: un’economia sociale capace di restituire dignità e lavoro a soggetti svantaggiati e di costruire delle comunità libere e solidali. “Quello delle cooperative sociali – ha aggiunto Zinzi – è un lavoro fondamentale, che costituisce l’altra parte del “Modello Caserta”, andando ad implementare i grandi risultati conseguiti dalla magistratura e dalle forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità organizzata. Dobbiamo lottare per toglierci il marchio di provincia di camorra. Iniziative come quella di oggi portano avanti il lato migliore del nostro territorio”. Zinzi, poi, ha annunciato che la Provincia ha acquistato 200 pacchi, che saranno distribuiti alle associazioni e agli istituti che si occupano dell’assistenza nei confronti di persone disagiate. “Nei cittadini – ha spiegato il prefetto Ezio Monaco – deve prevalere un senso di rivolta nei confronti di certi atteggiamenti che sono tipici dell’antistato camorrista. Dobbiamo essere tutti compatti nella lotta al crimine organizzato, sostenendo la sana ribellione dei cittadini onesti di questa provincia”. “Queste iniziative – ha aggiunto il procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo – aprono il cuore alla speranza. Le cooperative sociali propongono un modello sano di imprenditoria, alternativo all’illegalità camorrista, che si basa su un sistema economico-produttivo imperniato sui soprusi, sulla violenza e sulla sopraffazione. La svolta di questa terra può avvenire solo attraverso la crescita di un modello di sviluppo virtuoso, incentrato sulla legalità”. “Per anni è stata la camorra a farci il “pacco”. E’ ora di ricambiare”. Così ha concluso la conferenza stampa Valerio Taglione, referente provinciale dell’associazione “Libera” e coordinatore del comitato “don Peppe Diana”. “In questo pacco – ha proseguito Taglione – sono racchiuse tante belle storie di tanti ragazzi che hanno deciso di investire, di fare impresa attraverso il riuso dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Siamo orgogliosi di rappresentare questa terra in tutta Italia, combattendo la camorra in maniera concreta, attraverso le nostre attività di impresa”.

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