Sequestro preventivo per una struttura alberghiera in località “Fuenti” nel Comune di Cetara (Salerno), in Costiera amalfitana, da parte dei finanzieri della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Salerno. I finanzieri hanno notificato cinque avvisi di garanzia rispettivamente al progettista dell’opera, al responsabile del procedimento (tecnico comunale) e all’amministratrice della società proprietaria dell’hotel (già citati) ai quali si aggiungono il direttore dei lavori e il collaudatore in corso d’opera. Le ipotesi di reato vanno dalla lottizzazione abusiva, all’abuso edilizio, abuso in atti d’ufficio, falso e truffa aggravata. Il complesso alberghiero ricade all’interno del Parco Regionale dei Monti Lattari, in una zona riconosciuta “patrimonio dell’Umanità” dall’Unesco. L’amministratrice della società proprietaria della struttura ha richiesto, inoltre, per la realizzazione dell’opera, un finanziamento pubblico da quasi 5 milioni di euro, circostanza che ha indotto il pm che sta indagando sulla vicenda a ipotizzare anche del reato di truffa aggravata. Oltre alla struttura, infatti, è stata anche sequestrata, su disposizione del gip, tutta la documentazione relativa al finanziamento. Gli indagati avevano dato avvio alla realizzazione di un edificio adibito ad albergo con annesse attrezzature (piscine, punti di ritrovo vari), un terrazzo solarium, aree verdi, parcheggi e strutture per la viabilità, nonché un ascensore di collegamento ricavato nella roccia, per un’estensione complessiva superiore a 10.000 metri quadri; il tutto in zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Tutte le opere si inserivano in un programma di lottizzazione abusiva volto alla realizzazione ex novo di un complesso turistico in zona sotto tutela. Attraverso false attestazioni, le opere venivano dichiarate conformi ad un vecchio progetto (approvato e risalente al 1968) e che le stesse ricadevano in zona turistico ricreativa; il responsabile del procedimento, a sua volta – secondo l’ipotesi formulata – certificando falsamente che l’opera era conforme alle prescrizioni edilizie ed urbanistiche della zona, rilasciava un permesso di costruire ed un’autorizzazione paesaggistica del tutto illegittimi. Inoltre, lo stesso pubblico funzionario provvedeva a certificare (falsamente) e rilasciare (illegittimamente) titoli riguardanti aree di territorio rientranti nella competenza di altro Comune, di fatto, usurpando funzioni pubbliche di altro Ente locale.