C’è poco da festeggiare nel giorno di San Faustino, che segue quello di San Valentino, eletto da tempo a protettore dei single: per 7,1 milioni di italiani che vivono da soli, in un momento di crisi, il costo della vita è superiore in media del 74%.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti che ha messo a confronto i costi della vita da single con la spesa media di ogni componente di una famiglia tipo, sulla base dei dati Istat. L’aumento del 41,3% delle famiglie composte da una sola persona negli ultimi dieci anni si scontra sottolinea Coldiretti con una vera corsa ad ostacoli nella vita quotidiana dovuta spesso alle difficoltà per far quadrare i bilanci. Vivere da soli è piu’ costoso secondo una analisi Coldiretti dalla quale si evidenzia che la spesa media per alimentari e bevande di un single è di 329 euro al mese, il 64% superiore a quella media di ogni componente di una famiglia tipo di 2,3 persone che è di 200 euro. Per i single prosegue l’associazione l’aumento di costi è piu’ del doppio (106%) per l’abitazione e del 77% per i combustibili rispetto alla media per persona di una famiglia tipo. I motivi della maggiore incidenza della spesa a tavola sono certamente da ricercare continua Coldiretti nella necessità per i single di acquistare spesso maggiori quantità di cibo per la mancanza di formati adeguati che comunque anche quando sono disponibili risultano molto piu’ cari di quelli tradizionali. D’altra parte gli appartamenti e le case più piccole hanno prezzi più elevati al metro quadro sia in caso di acquisto che di affitto, usare l’automobile da soli costa di piu’ come pure riscaldare un appartamento. La scelta di non stare in coppia continua l’associazione non è peraltro sempre volontaria ma è anche determinata dall’invecchiamento della popolazione con un maggior numero di anziani rimasti in casa da soli che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Non è un caso che ben l’8,6% delle presone che vivono da sole sopra i 65 anni si trovano conclude Coldiretti in una situazione di povertà secondo l’Istat, con la percentuale che sale addirittura al 18,6 per cento nel mezzogiorno.