Piedimonte Matese-Mancano all’appello 400.000 euro solo per l’esercizio finanziario 2013 perché occorre rifare una parte della rendicontazione delle attività svolte e quindi spese compiute. Giornata di mobilitazione e di tensione (presenti due volanti dei carabinieri) ieri per i perduranti mancati pagamenti degli arretrati con una sorta di presidio-occupazione per l’intera mattinata e primo pomeriggio per poi lasciare la sede dell’ente matesino che svolge l’attività di forestazione su delega della regione Campania che in cinque anni non ha modificato in maniera sistematica e completa la normativa in materia tranne- di forte rilievo sul piano occupazionale- quella di fissare il numero massimo di giornate annue rispetto al rapporto di lavoro indeterminato ovvero “stabilizzati” con la riforma Bassolino-Aita. “Devo andare al lavoro nel cantiere con la mia macchina facendomi spesso prestare i soldi per il carburante ed io intanto sono creditori di venti stipendi” ha interrotto una infuocata assemblea un baif di S.Gregorio Matese. “Basta prenderci in giro.Ci rassicurano in continuazione ed intanta la situazione non cambia : siamo da quasi due anni senza paga” grida ad inizio seduta una donna di Valle Agricola. “L’anno scorso ho dovuto pagare con i miei soldi le scarpe da lavoro” si lamenta un’altra donna. “La colpa nostra ? Quella di aver lavorato e non pagati .Adesso siamo stremati, stanchi di questo continuo scaricabarile tra gli enti” si sfoga in maniera giustamente vibrata una signora di S.Gregorio ,operaia forestale che non ha fatto giri di parole ma è andata al cuore delle preoccupazioni : una situazione di sofferenza territoriale di tutti i paesi dell’area matesina. Rabbia, disperazione, sfiducia verso la politica che non risolve i problemi: tutto questo in una affollata aula consiliare della comunità montana del Matese . Affollata anche di tanti sfoghi, piena contestazioni anche verso il vertice dell’ente montano e non solo della giunta Caldoro, dalla voglia- tanta- di capire fino in fondo come stanno le cose. Animi tesissimi ieri mattina nel corso di un’assemblea indetta da alcuni sindacati(presenti rappresentanti di cisl e Cgil) ed operai baif (braccianti idraulico forestali) sui problemi del comparto della forestazione ed in particolare sui mancati pagamenti dei lavoratori forestali.Un settore, un tempo trainante per l’economia locale, per i soldi che faceva circolare, per le tante famiglie che oggi “sopravvivono” per la crisi senza precedenti del comparto in cui comunque le maestranze si sono ridotte rispetto all’esercito di baif di decenni fa. Non è stato affatto facile per il presidente Fabrizio Pepe, più volte contestato, arginare quella marea montante di parole di sofferenza sociale, di disagi continui di urla . Tante le richieste di informazioni, le questioni poche non Pepe ed i sindacati che, con fatica, hanno potuto fare il punto di una situazione complessa. Una situazione di ritardi a causa delle procedure di rendicontazione delle risorse stanziate e prima ancora dei lavori agganciate all’uso dei fondi comunitari tra cui la mancata erogazione di 420.000 per i progetti dell’esercizio finanziario 2013 : “questo perché gli uffici regionali hanno registrato delle difformità, delle criticità nella documentazione inviata per cui dobbiamo integrare e rettificare le carte. Gli uffici stanno provvedendo per consegnarle nei prossimi giorni ” ha detto Pepe affiancato dal segretario generale e dal dirigente responsabile del settore forestazione . Per il 2013( per il 2014 pagati solo due mesi) è stata concessa solo la somma di 183.000 euro pari al 12% : il resto, che in realtà è il grosso degli stipendi, avverrà solo dopo la presentazione della nuova documentazione ed il collaudo dei lavori svolti come registrati e certificati dalle vari figure che intervengono nei cantieri per il calcolo delle ore, degli stati di avanzamento delle opere da consegnare all’ufficio forestazione dell’ente(questo è stato uno degli aspetti più discussi perché gli operai hanno chiesto le ragioni di queste difficoltà a rendicontare). Versione confermata da un altro intervento. Un’altra operaia ha raccontato di essersi recata negli uffici del sindacato a Caserta per avere lumi : da lì hanno telefonato alla dirigente regionale che cura il settore e viva voce hanno avuto la notizia che gli atti mandati dalla comunità montana erano carenti e necessitavano di integrazioni. Molto dibattuta anche la problematica della cassa integrazione(la cosiddetta Cisoa) il sistema di aiuto-assistenza al reddito da attivare nei periodi di sospensione di cantieri per la riduzione del numero delle giornate disposta dall’art.35 della finanziaria del 2012. Ha funzionato solo in maniera limitata, solo per il 2013, sempre per la mancata concessione delle risorse finanziarie da parte della regione. Questo lo stato d’animo collettivo delle comunità: qui si dovrà fare campagna elettorale per il rinnovo del consiglio generale. Non sarà affatto facile per i candidati fare comizi nei paesi del Matese così duramente colpito dalla crisi della forestazione. In cinque anni il governo di centro-destra non ha varato una nuova legge ed ha ancorato il sistema all’uso dei fondi comunitari con modalità burocratiche che hanno appesantito e rallentato non poco i pagamenti. Da qui l’esasperazione in tutte le province campane.