Il gip del Tribunale di Napoli Nord, Francesco Chiaramonte, ha convalidato l’arresto dell’agente penitenziario Luciano Pezzella, 50 anni, autore della strage di Trentola Ducenta, durante la quale sono rimaste uccise quattro persone per una questione di parcheggio, ovvero Michele Verde, la moglie Enza e il figlio di Pietro, e il piccolo imprenditore ortofrutticolo Franco Pinestro. Pezzella (difeso dall’avvocato Domenico Cesaro), che resterà nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere dove è rinchiuso da domenica sera, ha ribadito la tesi già manifestata durante l’interrogatorio svolto dai carabinieri subito dopo i fatti, che ha sparato per difendersi da un’aggressione. Il sostituto della Procura di Napoli Nord Ilaria Corda gli ha però contestato la circostanza di aver colpito alcune delle vittime alle spalle. Da indagini effettuate dalla difesa dei Verde, curata da Mario Griffo (i familiari di Pinestro sono difesi dai legali Tommaso Zara e Vincenzo Caterino), è emersa la presenza di un testimone che avrebbe sentito Michele Verde urlare «basta, basta» all’indirizzo di Pezzella dopo i primi due colpi sparati da quest’ultimo; sembra inoltre che Pezzella in passato, quando risiedeva a Lusciano, fosse stato denunciato per minacce. Oggi intanto a Napoli è stata effettuata l’autopsia sui quattro cadaveri dal medico legale incaricato dalla Procura, Emanuele Capasso; la relazione verrà depositata entro 90 giorni.