Alle prime ore della mattinata odierna, la Polizia di Stato ha eseguito dei decreti di perquisizione e sequestro, delegati dalla Procura della Repubblica di Cassino, nei confronti di quattro soggetti ricoprenti varie cariche in seno alla sezione formiana dell’Associazione nazionale operatori di polizia per ipotesi di reato di false attestazioni a Pubblico Ufficiale e usurpazione di titolo. Le indagini, condotte congiuntamente dalla D.I.G.O.S. della Questura di Latina e dal Commissariato di Formia, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, sono partite da alcuni articoli di giornali e da notizie apprese su siti internet, che davano atto dell’apertura di una sezione di Formia della predetta Associazione ad opera del suo sedicente presidente il noto Ernesto Bardellino. La circostanza che un esponente del Clan dei Casalesi, fratello del fondatore della nota consorteria criminale campana già sorvegliato speciale ed attualmente indagato per altri reati, fosse Presidente di una sezione cittadina di una associazione che nella denominazione conteneva il titolo “operatori di polizia”, aveva immediatamente fatto sospettare qualche manovra illegale che necessitasse dei dovuti approfondimenti investigativi. In effetti, nel corso delle indagini, è emerso che a comp orre la sezione formiana fossero altri soggetti, oltre al noto Bardellino, con pesanti pregiudizi di polizia e che tutti questi soggetti avevano reso dichiarazioni, dirette alla Pubblica Amministrazione, sulla loro incensuratezza e sulla circostanza che potessero svolgere attività pubbliche, senza averne i presupposti di legge, e dunque attestando il falso. Inoltre, sempre tramite dichiarazioni pubbliche, alcuni sedicenti referenti della predetta associazione a livello locale avevano più volte cercato di accreditarsi presso l’Amministrazione comunale volendo espletare funzioni di Protezione Civile e di controllo del territorio, spendendo illecitamente il titolo di operatori di polizia. Accertato quanto sopra sono scattate le informazioni di garanzia per i 4 indagati ed è apparso necessario esperire le più opportune attività di ricerca della prova eseguendo le odierne perquisizioni che hanno portato a rinvenire tesserini e documentazione concernenti la predetta associazione comprovando l’apparato accusatorio. Appare infine necessario sottolineare che le parole “operatori di polizia” contenute nel nome dell’Associazione in argomento nulla hanno a che vedere con la composizione a livello locale e nazionale della predetta organizzazione, che vede la partecipazione di meri volontari che svolgono privatamente i più svariati lavori o sono disoccupati, e dunque non sono appartenenti alle Forze di Polizia e che, tantomeno, la stessa associazione non ha nulla a che vedere con la Polizia di Stato.

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