Sergio Orsi, imprenditore dei rifiuti condannato per collusione con il clan Bidognetti, ha nascosto per anni a forze dell’ordine e magistrati un memoriale scritto dal fratello Michele prima di essere assassinato il primo giugno 2008 da Giuseppe Setola e dai suoi killer, fino a che nel novembre del 2014 lo consegnò al pm della Dda di Napoli Cesare Sirignano. Lo ha rivelato lo stesso Orsi oggi, nell’aula del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, durante un’udienza – la quinta dedicata alla sua deposizione – del processo a carico di Nicola Cosentino per concorso esterno in associazione camorristica. Il memoriale, di cui parlò la moglie di Michele Orsi a qualche giornale, conteneva probabilmente accuse e sospetti allo stesso Setola e altri informazioni sensibili sugli appalti. “Lei si rende conto di quello che sta dicendo?” sbotta il pm della Dda di Napoli Alessandro Milita che quel memoriale lo ha sempre cercato ma invano. “Il memoriale scritto a mano da mio fratello prima di morire – racconta Orsi – l’ho consegnato nel novembre dello scorso anno a Sirignano; gli diedi l’originale ma non ne fatto alcuna copia. Devo però verificare se una copia l’ho fatta nel 2008, dopo la morte di Michele” prosegue Orsi che poi spiega di “non averlo consegnato nel 2008 perché non gli diedi un gran peso; era incompleto, io e mio fratello avremmo dovuto ampliarlo e terminarlo anche con una registrazione audio ma non lo facemmo perché poi Michele morì”. Il livello di tensione si alza, Milita gli chiede perché “nel 2008, prima della strage dei ghanesi a Castel Volturno, non parlò dei suoi sospetti sul coinvolgimento di Setola nell’ omicidio di suo fratello”. Rincara la dose l’altro pm antimafia presente in aula, Sandro D’Alessio: “Lei non parlò di nulla, ma si preoccupò solo di smentire le accuse fatte da Vassallo a Cosentino attraverso un comunicato scritto dall’avvocato Carlo Sarro. Lo fece perché eravate soci con Cosentino”. “Si, eravamo soci, ma non feci scrivere la smentita per questo, piuttosto perché Vassallo aveva detto una cosa falsa sulla famosa busta con i soldi consegnata a Cosentino”.

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