La direzione distrettuale antimafia di Napoli ha individuato i cinque presunti responsabili dell’omicidio di Natale Scarpa, il 73enne freddato all’esterno dello stadio Giraud di Torre Annunziata il 14 agosto del 2006. Secondo gli inquirenti, l’ordine partì da Aldo Giontche chiese direttamente dal carcere un’esecuzione esemplare ai killer di palazzo Fienga per vendicare lo «sgarro» subito dal figlio Valentino junior, allora appena 14enne. Uno schiaffo da parte del «vecchio» esponente del clan Gallo-Cavalieri – conosciuto con il soprannome di «zì Natalino» – che non apprezzò uno scherzo di Carnevale da parte del giovane rampollo di casa Gionta. Valentino junior, infatti, a febbraio 2006 durante i festeggiamenti in maschera avrebbe scagliato un uovo contro Scarpa. L’anziano lo riconobbe e gli sferrò uno schiaffo in pubblico. Uno sgarro che il clan Gionta decise di lavare con il sangue. Dal carcere sarebbe partito l’input: l’esecuzione plateale avvenne in pieno giorno, nel piazzale dello stadio, subito dopo un allenamento del Savoia. I pentiti delle due fazioni, però, hanno ricostruito bene solamente il movente dell’omicidio di camorra, non inquadrando mai con certezza mandanti ed esecutori. L’unico ergastolo fu chiesto ed ottenuto in primo grado per Pasquale Gionta, fratello di Aldo e zio di Valentino junior; la condanna è stata annullata in via definitiva in Appello. Troppe incongruenze nei racconti dei pentiti, troppi particolari discordanti sull’episodio. Adesso, però, il pm Pierpaolo Filippelli ha chiesto il rinvio a giudizio per 5 persone. Oltre al mandante Aldo Gionta – per la prima volta alla sbarra per difendersi dall’accusa di omicidio – ci sono i killer Giovanni Iapicca, Giuseppe Coppola, Vincenzo Saurro e Aniello Nasto, questi ultimi due oggi collaboratori di giustizia. Sull’omicidio di Natale Scarpa sono state raccolte diverse versioni, quasi tutte vedevano tra gli organizzatori e gli esecutori materiali proprio Iapicca e Nasto, due dei killer più spietati al soldo del clan che aveva la sua roccaforte in via Bertone 46. Adesso, a queste versioni potrebbe essersi aggiunta quella dell’ultimo pentito di palazzo Fienga, ovvero l’altro killer Michele Palumbo, per anni considerato il braccio destro di Umberto Onda (per un periodo reggente della cosca) e passato tra i collaboratori di giustizia dopo aver fatto parte per anni delle bocche di fuoco del clan Gionta.