“Il dossier dell’Istituto superiore della sanità conferma le cause che in due anni hanno determinato la morte, nella mia diocesi, di dieci ragazzi non ancora ventenni. E’ il momento di dire basta”. Lo ha detto il vescovo di Acerra (Napoli), monsignor Antonio Di Donna, intervenendo a un convegno sulle polveri sottili svoltosi in città, ed organizzato da alcune associazioni locali.

“Bisogna dire basta alla diagnosi e passare alle soluzioni ­ ha aggiunto ­ pungolando le istituzioni finora rimaste immobili. Nei giorni scorsi ho ripensato agli ultimi funerali di giovani che ho personalmente officiato, e risalgono a Pasqua. Mi sono affidato a Gesù affinché questa tregua non si interrompa”. Nel corso del convegno sono stati illustrati i dati dell’inquinamento da polveri sottili sul territorio, e le associazioni locali hanno annunciato la possibilità di denunciare l’Arpac per il mancato rilevamento dell’inquinamento, nel 2015, di oltre cento giorni. Secondo il sindaco Raffaele Lettieri, le istituzioni hanno “il dovere di non escludere nulla nell’analisi delle fonti di emissioni delle polveri sottili”. “Compreso l’inceneritore di Acerra ­ ha aggiunto ­ che la Procura della Repubblica di Nola sta monitorando attraverso azioni messe in campo con l’Arpac: mi sento tutelato dai controlli della Procura della Repubblica. Inoltre sul nostro territorio occorre monitorare la Friel e gli altri opifici industriali presenti”.

 

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