L’emergenza rifiuti in Campania, almeno dal punto di vista normativo, è terminata alla data del 31.12.2011, in quanto il legislatore pare non abbia disposto la proroga. Quelle condotte, come ad esempio lo sversamento illecito di rifiuti o il trasporto senza autorizzazione, dal 2009 in poi, con la dichiarazione della sussistenza dello stato di emergenza in materia di rifiuti,  avevano trovato una pena più serva, con la possibilità di procedere all’arresto in flagranza dei trasgressori. Dall’entrata in vigore di questa norma sino ad oggi sono stati migliaia gli arresti, effettuati dalle forze dell’ordine, per questi reati. Ma dal 1 gennaio 2012 non è consentito più l’arresto, in quanto non vi è stato alcun provvedimento formale di proroga dello stato di emergenza in materia di rifiuti in Campania e quindi non è più possibile punire, in maniera più severa, rispetto al passato, determinati comportamenti. Questo il senso di una innovativa ed importante ordinanza adottata dal Giudice Monocratico di Aversa, sezione distaccata del Tribunale di S. Maria C.V., dott. Alberto Maria Picardi.

Ieri mattin il giudice monocratico era chiamato a giudicare per direttissima due persone (Agostino Mangiacapra e Pasquale Cimini) arrestate dai Carabinieri di Cesa perché intenti a caricare, su un camion, materiale di risulta derivante dalla lavorazione nel campo dell’edilizia. Le due persone erano stata quindi tratte a giudizio per rispondere del reato previsto dall’art. 6 del D.L. 172/2008 convertito in Legge n° 210/2010, vale a dire aver raccolto rifiuti senza autorizzazione, in territorio, appunto la Regione Campania, dove vige lo stato di emergenza.Condotta prevista anche dal Testo Unico in materia ambientale ma punita con pene diverse che non legittimavano l’arresto in flagranza.L’inasprimento delle pene, trasformando il reato da contravvenzione in delitto, fu introdotto appunto nel 2009, con il Governo Berlusconi che ebbe anche a dichiarare la Campania una Regione ove vigeva lo stato di emergenza rifiuti.Una norma, questa, portata anche all’attenzione della Corte Costituzionale in quanto introduceva una disparità di trattamento tra i cittadini, in quanto si applicavano pene diverse a secondo del luogo di commissione del reato.In ogni caso, il Giudice Monocratico di Aversa, accogliendo anche i rilievi avanzati dal difensore dei due imputati l’avvocato Enzo Guida, non ha convalidato l’arresto, ritenendo che, in simili casi, le forze dell’ordine non possono più procedere al fermo.Si legge nell’ordinanza che “il delitto contestato faceva riferimento ad una normativa oramai non più applicabile perché presupponeva la dichiarazione preventiva dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti che, all’epoca, riguardava l’anno 2009 e la Regione Campania”.

 

Secondo il giudice, gli ulteriori interventi legislativi, hanno fatto si che l’emergenza rifiuti è rimasta tale sino al 31 dicembre 2011, “data oltre la quale la norma richiamata tornava ad essere del tutto inefficace perché mancante del necessario presupposto dello stato di emergenza ambientale della Regione”.

“Ne consegue – si legge nell’ordinanza – che, in mancanza di novelle o proroghe temporali, non più applicarsi la norma suddetta, pure da ritenersi di emergenza, perché ne sono cessati gli effetti temporali al 31 dicembre 2011 e per i fatti in questione, derubricati nelle corrispondenti contravvenzioni del Testo Unico Ambientale per il quale non può procedersi all’arresto in flagranza, gli atti devono essere ritrasmessi al Pm per le sue determinazioni di competenza, non potendosi convalidare l’arresto di fatti contravvenzionali”.

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