Intervento di rara durezza nella lettera che Napolitano ha inviato al governo sul caso dell’apertura delle sedi distaccate dei Ministeri al Nord. “Una apertura che confligge con la Carta costituzionale – dice il presidente – e il Quirinale che è garante dell’Unità” deve intervenire.

Oltretutto Napolitano sottolinea che l’inaugurazione è stata fatta “senza nemmeno che vi fosse un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale”, dunque senza che esista una legge operante. E aggiunge: “Non è pensabile una capitale diffusa, c’è Roma”. E Silvio Berlusconi, in apertura del Consiglio dei ministri, ha rivolto un invito “pressante – si legge in una nota di Palazzo Chigi – a tenere in debito conto le osservazioni formulate dal presidente della Repubblica sulle recenti istituzioni di sedi periferiche di strutture ministeriali, ed ha quindi chiesto a tutti i ministri di tenere comportamenti conseguenti”.

 

La lettera: “La pur condivisibile intenzione di avvicinare l’amministrazione pubblica ai cittadini non può spingersi al punto di immaginare una ‘capitale diffusa’ o ‘reticolare’ disseminata sul territorio nazionale, in completa obliterazione della menzionata natura di capitale della città di Roma, sede del governo della repubblica” scrive Napolitano. Che si rivolge a Berlusconi: “Ho ritenuto doveroso prospettarle queste riflessioni di carattere istituzionale al fine di evitare equivoci e atti specifici che chiamano in causa la mia responsabilità quale rappresentante dell’unità nazionale e garante di princìpi e precetti sanciti dalla Costituzione”. Bossi aspetta solo un giorno, poi risponde secco alle preoccupazioni del Quirinale per l’operazione delle sedi di quattro ministeri al Nord: “Napolitano non si preoccupi, le sedi restano lì”. Una risposta che spazza via tutte le mediazioni che Berlusconi aveva avviato – anche attraverso Letta – per trovare una soluzione al conflitto aperto con il Colle. Il leader leghista non si ferma, ed entra direttamente in campo sul caso giudiziario aperto intorno a Tremonti, dando anche un appoggio al ministro dell’Economia nel contrasto che lo vede protagonista con la presidenza del Consiglio: “Tremonti? La storia della casa è solo una buccia di banana, dice. Il ministro non rischia”.

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