Arresti domiciliari per Francesco Schettino, il comandante della ‘Costa Concordia’. Lo ha deciso questa sera il Gip del Tribunale di Grosseto, Valeria Montesarchio. Il comandante sara’ trasferito a Meta di Sorrento, dove risiede. A dare notizia del provvedimento e’ stato pero’ il solo legale di Schettino, Bruno Leporatti.

“Non si puo’ mandare in carcere una persona solo per l’opinione pubblica”, ha detto l’avvocato. La decisione ha pero’ sorpreso il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, il quale ha commentato: “E’ da capire perche’ il gip ha applicato la misura cautelare. Sono curioso di leggere le motivazioni e domani mattina ne prenderemo atto”, quando sara’ depositata l’ordinanza. Lo stesso Schettino e’ stato sottoposto oggi ad esame tossicologico con prelievo di capelli e urine. Intanto, e’ salito a 11 il bilancio ufficiale delle vittime del naufragio di venerdi’ sera davanti all’Isola del Giglio: oggi sono stati recuperati altri 5 corpi, quattro dei quali di sesso maschile. I corpi sono stati rinvenuti dalle squadre di sommozzatori all’interno della nave. Ed e’ ancora incerto il numero dei dispersi, anche perche’ varia continuamente. Oggi, infatti, un cittadino tedesco inizialmente inserito nell’elenco delle persone di cui non si aveva notizia, e’ stato rintracciato: era gia’ rientrato in Germania. Al momento sarebbero 22 le persone che mancano all’appello.

In azione sono i sommozzatori della Marina militare che questa mattina hanno impiegato minicariche esplosive per aprire dei varchi in punti della nave da dove poi sono entrati i sub incaricati della ricerca capillare. Si spera che le condizioni meteo non peggiorino e costringano a una sosta forzata, oltre che a mettere a rischio la tenuta della nave dove sono ancora stoccati ingenti quantitativi di carburante che una ditta specializzata proprio da domani dovrebbe cominciare ad asportare con macchinari speciali. La cronaca e’ stata dominata dalla divulgazione della drammatica telefonata di venerdi’ notte tra il capitano Gregorio De Falco, della Capitaneria di Livorno, e Schettino, che aveva gia’ abbandonato la nave. De Falco avverte Schettino che “ci sono persone intrappolate a bordo” e gli impartisce ordini ben precisi: “Lei ora va con una scialuppa sotto la prua della nave lato dritto. C’e’ gente che scende dalla biscaggina, lei la percorre in senso inverso, sale e mi dice quante persone ci sono e che cosa hanno a bordo; se ci sono bambini, donne o bisognose di assistenza e mi dice il numero di ciascuna di queste categorie, chiaro?”. Schettino e’ incerto, sembra prendere tempo, ma De Falco e’ incalzante, s’impone: “Ora comando io e le ordino di salire a bordo e coordini i soccorsi da bordo”, e, di fronte all’ennesima incertezza, gli chiede “si sta rifiutando di tornare a bordo?”. Schettino si rassegna e risponde di no, non rifiuta di tornare sulla Costa Concordia e lo fa con il suo secondo.

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