All’indomani del sequestro delle Fonderie Pisano, a Salerno, a seguito di un provvedimento della magistratura, grande la soddisfazione dei residenti, oltre che del Comitato Salute e Vita (presieduto da Lorenzo Forte) e degli attivisti del Presidio Permanente (capeggiato da Martina Marraffa). Per Forte si è trattato di “una giornata storica”. “Il nostro pensiero – ha detto ancora il presidente del Comitato Salute e Vita – è ai morti e ai feriti di questa guerra non dichiarata. Noi, però, ci fermeremo solo quando avremo ottenuto giustizia piena. Andremo alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo e nei prossimi mesi lavoreremo per dimostrare scientificamente il nesso di causalità tra al fabbrica e gli ammalati e i morti. Prendiamo atto che la politica, il Comune di Salerno e gli altri enti, che avrebbero potuto fermare ‘il mostro’ da molti anni, non l’hanno fatto, pertanto devono rispondere delle loro responsabilità per non aver fatto il proprio dovere a tutela della salute dei cittadini”. Preoccupazione invece per i dipendenti dello stabilimenti di via dei Greci. “I lavoratori – spiega Anselmo Botte, segretario CGIL Salerno – stanno vivendo un momento di grande preoccupazione. Ieri sera abbiamo tenuto un’assemblea con le maestranze. L’assemblea generale, invece, la faremo martedì mattina in azienda. Rispettiamo il lavoro dei magistrati; da una prima analisi del provvedimento, ci sono gravi imputazioni e responsabilità individuate. La più drammatica per l’occupazione, è l’autorizzazione risultata illegittima; se così fosse, ci sarebbero problemi per il proseguo delle attività. Lunedì alle ore 20 partirà effettivamente il sequestro. Si deve attendere lo svuotamento dei forni dove vi è ancora la ghisa fusa. Il nostro obiettivo – rimarca Botte – resta la delocalizzazione. Il 30 giugno saremo al tavolo istituzionale al ministero dello sviluppo economico. Ci confronteremo con l’azienda, alla presenza della Regione e Invitalia, per mettere nero su bianco le azioni necessarie affinché si realizzi la delocalizzazione”. Secondo Silvia Giordano (M5S), “A Salerno è sempre la magistratura a doversi sostituire alla politica e il sequestro delle Fonderie Pisano è l’ennesimo esempio dell’inerzia dell’amministrazione ventennale ‘deluchiana’. Se le istituzioni si fossero mosse prima, così come sollecitate dai cittadini e dalle tre interrogazioni parlamentari che ho depositato, adesso non si troverebbero a dover affrontare anche il problema occupazionale. Al Ministero dello Sviluppo economico è depositata da mesi la mia richiesta di istituire un tavolo per trovare una soluzione che tuteli il diritto alla salute e il diritto al lavoro, che continuerò a sollecitare alla luce dei recenti risvolti giudiziari”.