Scatta la denuncia alla magistratura, da parte dei familiari di Nicola Pellino, 65 anni, di Crispano, investito a Caivano la mattina del tredici agosto e deceduto il ventidue, presso il reparto di rianimazione dell’ospedale Cardarelli di Napoli. Ieri il pubblico ministero della Procura di Napoli, Federica D’Amodio ha disposto l’autopsia che è stata effettuata poche ore dopo. Il pm vuole accertare se la morte di Nicola Pellino sia stata causata esclusivamente dai danni subiti nell’incidente e se durante i nove giorni di ricovero, tra l’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore e il Cardarelli, l’uomo abbia ricevuto cure mediche adeguate. Inoltre il pubblico ministero intende verificare se durante lo stesso periodo la condotta dei sanitari sia stata difforme da quanto prescrive la pratica medica, e se esiste il nesso di casualità tra le cure che eventualmente non sono state praticate e la morte del paziente. Da quello che si è appreso, l’uomo sarebbe deceduto per una vasta emorragia gastrica, probabilmente causata da una delle nove costole fratturate in più punti, e che avevano già perforato una pleura. A leggere il contenuto della denuncia, c’è da rimanere sbalorditi. Il tredici agosto, Pellino, investito da un’auto pirata in località Casola, viene soccorso da un automobilista di passaggio che lo porta a casa. Qui, in seguito alle sue condizioni, il figlio decide di farlo visitare al pronto soccorso dell’ospedale di Frattamaggiore, dove gli viene assegnato il codice verde. Le prime indagini mediche, rivelano la frattura multipla delle costole e un versamento pleurico. L’uomo viene adagiato su una sedia a rotelle, sulla quale trascorre la notte prima di esser trasferito nel reparto di chirurgia d’urgenza, dove resta per tre giorni sempre sulla sedia a rotelle. A parte una siringa di qualche antidolorifico, fatta su insistenza dei familiari, a Pellino, non viene praticata nessuna terapia. Il giorno successivo, dichiara il figlio nella denuncia, dopo aver fatto notare a un infermiere che i piedi del genitore erano eccessivamente gonfi, l’uomo viene sollevato di peso e adagiato sul letto, provocando dolori insopportabili al paziente. Giovedì 18 agosto, arriva il trasferimento al Cardarelli, e sempre in chirurgia d’urgenza, un aggettivo, in questo caso, davvero fuori luogo. Perché dopo quattro giorni, Pellino, muore, senza aver ricevuto, secondo la denuncia dei familiari le cure “urgenti” necessarie.