”Ho detto la prima offesa che mi è venuta in mente, gli avrei potuto dire democristiano”. Così l’allenatore del Napoli Maurizio Sarri giustificò l’insulto omofobo rivolto all’allora tecnico dell’Inter Roberto Mancini durante una sfida di Coppa Italia al San Paolo. Ebbene per quella affermazione il tecnico toscano fu querelato per diffamazione da Alberto Alessi, segretario nazionale della Democrazia Cristiana Nuova, ex deputato Dc. Il gip del Tribunale di Napoli Claudio Marcopido ha archiviato oggi la querela nei confronti di Sarri, difeso dall’avvocato Fabio Fulgeri. Per il giudice ”l’affermazione non ha natura diffamatoria diretta, al più potrebbe essere allusiva, ma non tale da ledere la reputazione di un soggetto o gruppo di soggetti ben identificati, per altro nel caso di specie traslandosi il presunto oltraggio in un aggettivo, in tal senso proponendosi un ulteriore, sebbene subordinato rispetto alla questione di merito, problema di legittimazione a proporre querela, non essendo stata formalizzata una locuzione dispregiativa avverso una persona o gruppo di persone, ma al più verso una ideologia”. Secondo il gip ”l’indeterminatezza della frase, inoltre, rende incerta la reale valenza e volontà offensiva (in termini di rilievo penale) della locuzione: in tal senso occorrerebbe, infatti, conoscere l’imperscrutabile pensiero dell’indagato che ben potrebbe dare un senso negativo al termine ‘democristiano’, ma in senso esclusivamente politico e concettuale, pertanto così rientrando la sua affermazione entro i canoni della critica ideologica”. All’archiviazione proposta dal pubblico ministero si era opposto la difesa del segretario della Dc Nuova

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