Sono state archiviate le indagini della Procura di Napoli, avviate circa due anni fa, su presunte anomalie nelle verifiche fiscali che hanno coinvolto anche il generale della Guardia di Finanza Vito Bardi. Sono stati gli stessi pubblici ministeri Vincenzo Piscitelli, Henry Woodcock e Celeste Carrano, a chiedere e ottenere dal Gip del Tribunale di Napoli, Tommaso Miranda, di emettere il decreto di archiviazione nei confronti dell’alto ufficiale, all’epoca dei fatti comandante in seconda della Guardia di Finanza. Sia la richiesta formulata dei pubblici ministeri sia il decreto del gip sono motivati dalla insussistenza di ogni ipotesi di illecito nella condotta dell’alto ufficiale e della conseguente infondatezza di elementi idonei a mantenere le ipotesi investigative che erano poste a sostegno di un provvedimento di perquisizione adottato nell’ambito di un’inchiesta che riguardava indagini su altri ufficiali e su alcuni imprenditori indagati per corruzione ed altri reati. Assistito dagli avvocati Vincenzo Siniscalchi e Gaetano Balice, fonti vicine al generale evidenziano che Bardi ha fornito agli inquirenti ogni documentazione a dimostrazione della propria correttezza, chiedendo, invano, anche di essere interrogato. I pubblici ministeri – che non hanno ritenuto necessario procedere a quest’ultimo atto processuale – con il trascorrere del tempo, hanno dovuto stralciare la posizione del generale Bardi da quella degli altri indagati, rinviati a giudizio, ed hanno dovuto acquisire memorie e documenti chiarificatori da parte dei difensori e dello stesso generale.

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