di Mario De Michele

È pur vero che sul piano politico-amministrativo ad Orta di Atella da un paio di decenni sono accadute e accadono tuttora cose da pazzi. Ma sentire parlare di legalità uno con il passato di Salvatore Del Prete provoca la diverticolite a tutti coloro i quali hanno realmente improntato la propria vita sull’onestà. Il commento postato dal consigliere di maggioranza sul suo profilo Fb (lo pubblichiamo alla fine dell’articolo) è talmente infarcito di menzogne da far contorcere l’intestino. È un pugno nello stomaco per chi la mattina si alza e va a lavorare per portare avanti la famiglia. È un affronto alle persone perbene. Troppo ripugnante per passare inosservato. Grida vendetta. Mai come in questo caso scrivo ispirandomi a Giovenale: “Facit indignatio versum”, lo sdegno ispira i versi. Le parole di Del Prete suscitano un irrefrenabile moto di indignazione. Non solo in me. Ho ricevuto decine e decine di messaggi di ortesi che allibiti commentavano in modo sprezzante le falsità pubblicate dall’esponente di Campania Libera. Per il rosario di balle che ha scritto Del Prete vincerà facile il “Campionato Intergalattico dei Bugiardi”. Mentre arriverebbe ultimo in quello riservato agli “Uomini con gli attributi”. Pur facendo un chiaro riferimento al sottoscritto non ha avuto il coraggio di criticarmi apertamente. Abituato com’è ad agire nell’ombra si nasconde dietro un dito. Campania Notizie è l’unica testata al mondo che sta conducendo da mesi un’operazione verità sugli ultimi 20 anni di azione amministrativa ad Orta di Atella. E tutti i pezzi sono a mia firma. Suvvia, la viltà non è pregio da mettere in piazza.

“Mai mi era capitato tuttavia – scrive il consigliere di maggioranza – di essere oggetto di un accanimento così spregiudicato e violento come quello che ho subito e sto subendo negli ultimi periodi. Nell’ultimo articolo di un giornalista locale c’è un riferimento ad un indagato, Salvatore Del Prete. Sembrerebbe fossi io, vero? Ma ovviamente no! Solo un caso di omonimia”. In primis non incolpi me delle sue enormi difficoltà a comprendere la lingua italiana. Sembrerebbe cosa? Si faccia leggere e spiegare quella parte da qualcuno dotato di un quoziente intellettivo nella media. Solo a lei è sembrato di essere stato chiamato in causa come indagato. Problemi di lettura o coda di paglia? In secundis come fa a non avere il coraggio di fare il mio nome e nel contempo a mostrare un’ineguagliabile faccia di bronzo annunciando di essersi rivolto alla magistratura? “Le querele sono depositate – recita un passo del post – e prima o poi diranno se sono stato offeso senza una buona ragione. Io ne sono certo, però questo lo stabiliranno i giudici”. Signor Del Prete (non riesco ad usare gli aggettivi egregio o esimio perché non riuscirei a trattenere il vomito e non ho una bacinella a portata di mano) o lei ha bisogno di un medico bravo oppure ha un sosia. Non si scappa.

Uno con i suoi trascorsi che chiama in causa i giudici è ridicolo quanto patetico. Sarebbe come se un piromane presentasse il suo curriculum ai vigili del fuoco per essere assunto come pompiere. Per la poca dimestichezza con la lingua italiana nel suo vocabolario mancano le voci “dignità” e “decoro”. Non si vergogna nemmeno nel definirmi un “giornalista teleguidato”. Ripeto, il riferimento al sottoscritto è solare. Solo io sto conducendo una serie di inchieste su Orta di Atella. Ha una tale faccia da meretrice da rimarcare che lei sarebbe infangato perché avrebbe contribuito con orgoglio a fermare il “sistema” messo in piedi da Angelo Brancaccio. Sta sognando? Del Prete anche quando tira in ballo l’ex sindaco ortese non ha gli zebedei di nominarlo. Si limita a scrivere una favoletta: “…mentre le vicende di cronaca ormai nota accadevano, io ho deciso di diventare opposizione e mettermi a combattere… ho scelto di essere una cosa diversa, ho scelto di oppormi in maniera dura… quelle scelte sono medaglie, sono il loro padre fiero, così come resto fiero di non arrendermi”.

Signor Del Prete si rende conto di quello che dice? Sta bene? Cancelli il suo post e ne scriva uno in cui ammette tutte le sue responsabilità politiche e amministrative. Altrimenti farà preoccupare amici e parenti. Potrebbero pensare cha ha bisogno di un trattamento sanitario obbligatorio. Cestiniamo le menzogne. La riporto nel mondo reale. Vado in ordine sparso. Lei dice di aver combattuto contro il “sistema” Brancaccio? Ma dove? E quando? Ah, un momento. Mi sa che ha ragione Del Prete. Si è opposto all’ex Imperatore di Orta di Atella quando negli anni del boom edilizio ha fatto affari d’oro grazie a lui. Quando è stato assessore nella sua giunta. Quando è stato cresimato da lui. Quando era in prima fila alla fiaccolata organizzata in suo sostegno dopo l’arresto dell’ex sindaco ortese nel 2007. Del Prete ha combattuto il “regime” anche quando dormiva a casa di Brancaccio durante la carcerazione per non lasciare sole la moglie e le figlie. E pure quando è andato a prenderlo con l’auto all’uscita dal carcere.

Lui che è stato per anni l’autista di Brancaccio accusa me di essere “teleguidato”! Lui che è stato l’infermierino, il misuratore di mocassini e il mescitore d’acqua di Brancaccio mi fa la morale! Chi ricordava all’allora primo cittadino di prendere la cardioaspirina contro la fibrillazione atriale? Chi stoppava i camerieri precisando con tono perentorio che il sindaco beveva solo acqua naturale? Il consigliere di maggioranza attende fiducioso il giudizio della magistratura sulle querele depositate contro di me. E si rammarica perché la giustizia è lenta. Gli articoli, come lui stesso dice, sono veloci e virali. Lo accontento. Non aspettiamo il pronunciamento dei togati. Organizziamo un bel confronto pubblico nell’aula consiliare e vediamo chi è il bugiardo tra me e Del Prete. Per confermare che lui seguiva come un’ombra Brancaccio ed era il suo maggiordomo chiamerò a testimoniare, tra gli altri, il suo omonimo Salvatore Del Prete “Monsignore”, Salvatore Patricelli “Squaglianzogna”, Peppe Mozzillo “Nasunciello”, Tonino Della Corte, Massimo Lavino il “Mediatore”, Enzo Roseto e tanti altri componenti che spesso e volentieri pranzavano e cenavano con Brancaccio. Nell’elenco dei testi inserirò 7-8 mila cittadini ortesi per chiedere se a loro risulta che Del Prete era attaccato come il nastro adesivo all’allora sindaco al punto da meritarsi l’appellativo di “Scotch”.

Lei gonfia il petto è dice che la sua battaglia contro Brancaccio è una “medaglia”. Lottava contro di lui quando lo ha accompagnato in Svizzera a depositare tangenti? Quando ha aperto un conto cifrato in una banca di Lugano? A proposito. Lei scrive che “Orta non è Milano”. Su questo è credibile. Solo su questo. Signor Del Prete lei conosce bene Milano. Ha soggiornato con la famiglia Brancaccio all’hotel di lusso Principe di Savoia e poi ha trasportato in auto l’ex sindaco in Svizzera per versare le tangenti dell’imprenditore della camorra Sergio Orsi. Si scagliava contro il grande dittatore pure quando trascorrevate le vacanze assieme alle rispettive consorti e con al seguito la prole? Non si ricorda quando vi recaste in aereo a Disneyland in Francia? Lo rammenterà sicuramente. Ci fu una turbolenza e il velivolo subì uno scossone. Lei per poco non se la fece addosso. Osteggiava il “regime” anche quando nella sauna dell’hotel Jolly di Ischia (oggi hotel delle Terme Re Ferdinando) avvolgeva Brancaccio in un morbido asciugamani bianco? Gli versava con cadenza regolare l’acqua fresca addosso. E gli massaggiava la schiena. Porca miseria. Al solo pensiero non ho trattenuto il vomito. Niente bacinella accanto. Pavimento sporco. Mia moglie incazzata.

Su questi e altri numerosi viaggetti in famiglia chiamerò durante il confronto pubblico nella sala consiliare la moglie e le figlie di Brancaccio. Ma ora viene il bello. Per me. Non per lei, credo. Passiamo alla cupola politico-affaristica. Consigliere Del Prete, lei sostiene che sta pagando dazio perché è diventato “opposizione” e si è messo a “combattere” contro il “sistema”. Quindi negli anni del sacco della città era il suo sosia quello che ha intascato 300mila euro di tangenti per progettare, tramite un prestanome, il Parco Oliteama su cui indaga l’Antimafia di Napoli? Non era lei il redattore occulto di decine e decine di Dia (denunce inizio attività) che hanno trasformato quasi tutti i porticati di Orta di Atella in abitazioni? È qualcun altro che da assessore-tecnico ha fatto soldi a palate con gli “Aglitielli”, suoi parenti, e altri imprenditori? Non è suo fratello Pasquale quello fatto assumere da Angelo Brancaccio nella “Gmc”? Non le è stata “regalata” dall’ex primo cittadino la casa abusiva che si trova al numero civico 25 in via Alberto Sordi ad Orta di Atella?

Signor Del Prete, le bugie hanno le gambe corte. Purtroppo l’evidenza dei fatti la inchioda alle sue gravissime responsabilità. Che poi sul piano giudiziario non siano finora emersi reati penali è tutt’altro discorso. Nelle confidenze ad un ex comandante dei carabinieri di Orta di Atella, suo suo amico e supporter alle ultime comunali, ha raccontato anche delle montagne di soldi accumulati negli anni del cemento in combutta col boss Brancaccio? Gli ha riferito solo dei “traffici” dell’ex sindaco con imprenditori in odore di camorra o anche dei suoi? Ha confessato all’ex capo dei carabinieri della miriade di abusi edilizi di cui si è macchiato come architetto (una laurea in Italia non si nega a nessuno!) per il tramite di prestanomi e con l’avallo del suo idolo Brancaccio? Certamente no. Lei si è trasformato con un colpo di bacchetta in un paladino della legalità mentre il suo mentore è stato dipinto come il Demonio in persona.

Per tutto quello che ha combinato, architetto(?), si spera che prima o poi darà finalmente conto alla giustizia. La verità giudiziaria non è sempre la verità vera. Nicola Iovinella docet. Per quanto concerne l’ingente mole di soldi sporchi e mazzette intascate chiamerò a testimoniare nel confronto pubblico nell’aula consiliare una sua vecchia conoscenza: Angelo Brancaccio, padrino suo (di cresima) e dei Casalesi. Consigliere Del Prete, lei conclude il suo commento social con un cordiale saluto: “Grazie amici”. Con quello che rivelerà su di lei il boss Brancaccio avrebbe dovuto salutare scrivendo “Grazie amici degli amici”.

IL POST FB DI SALVATORE DEL PRETE

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