Si fa presto a dire legalità. A chiacchiere siamo bravi tutti. Soprattutto nel mondo politico. Peggio ancora in campagna elettorale. Alla prova dei fatti (verba volant, scripta manent) la verità prima o poi viene a galla. E gli slogan propagandistici vengono spazzati via dalle inchieste della magistratura. L’ennesima conferma arriva da quel di Trentola Ducenta. Il sindaco Andrea Sagliocco, con l’appoggio di prezzolati giornalisti “professionisti dell’antimafia”, ha improntato tutto o quasi il suo programma elettorale sul tema della legalità e della lotta alla camorra. I pennivendoli della finta lotta ai clan hanno fatto da cassa di risonanza. A suon di quattrini. Così si dice in giro. E conoscendo i “nostri polli” non abbiamo motivo di dubitarne. Il tam tam della legalità (di facciata) ha sortito purtroppo gli effetti sperati. Ci è mancato poco che il primo cittadino non fosse paragonato a Batman. Pronto a dare la vita per fare pulizia a Gotham City-Trentola Ducenta.
Il velo dell’ipocrisia è stato squarciato lo scorso 29 gennaio dalla Procura del Tribunale Napoli Nord. Abuso d’ufficio, concussione e favoreggiamento personale sono le accuse di cui devono rispondere a vario titolo il sindaco Sagliocco-Batman, l’avvocato Saverio Griffo, il dipendente dell’Utc Agostino Fabozzi e il poliziotto Giuseppe Melucci. I carabinieri eseguirono un decreto di perquisizione e sequestro presso uffici e abitazioni dei coinvolti. Al centro dell’inchiesta c’è la presunta richiesta attribuita a Sagliocco e Griffo di costringere un imprenditore “a promettere indebitamente loro denaro o altra utilità e comunque a mettersi a loro disposizione” relativamente ad alcuni lavori per un complesso edilizio a Trentola Ducenta. Crolla la montatura mediatica.
Sia chiaro, per noi che siamo garantisti veri la presunzione di innocenza è una stella polare. Ma da cronisti non possiamo sottacere, come hanno fatto e continuano a fare (pecunia non olet), i soliti noti “professionisti dell’antimafia”, che siamo di fronte a ipotesi di reato gravissime. Sagliocco-Batman è indagato per concussione e abuso d’ufficio. E dall’inchiesta viene in superficie il nome di Saverio Griffo, avvocato in auge per il suo iperattivismo negli enti locali. Il legale deve rispondere dell’accusa di concussione in concorso con il sindaco. L’accoppiata Sagliocco-Griffo potrebbe salire agli onori della cronaca per un’altra vicenda che è sotto i riflettori degli inquirenti. Si tratta del “caso” Decò. In passato la vicenda infarcita di punti oscuri è stata sollevata a mezzo stampa anche dal consigliere comunale di opposizione Michele Apicella. Dai nuovi sviluppi è emerso che sulla certificazione di agibilità, che ha consentito l’apertura del supermercato lo scorso 25 gennaio in via Nunziale Sant’Antonio, c’è da fare molta chiarezza. Il cono d’ombra copre gran parte dell’iter tecnico.
Cerchiamo di ricostruire la vicenda. La Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) per attività commerciale, presentata nel settembre 2018, viene sospesa il 28 dicembre dello stesso anno dal responsabile dell’area urbanistica Mauro Felaco per verificare la presenza di eventuali abusi o irregolarità. Il 3 gennaio il funzionario nega definitivamente l’agibilità dei locali. Contro i provvedimenti adottati da Felaco ricorre al Tar Maria Monaco, proprietaria dell’immobile. Tra il 21 e il 24 gennaio accade un fatto strano. Felaco, che con due decreti aveva prima sospeso la Scia e poi negato l’agibilità, annulla i provvedimenti da lui stesso firmati. Nel frattempo il Comune si era costituito in giudizio pagando oltre 3.000 euro di parcella all’avvocato Roberto De Vivo. Insomma, oltre al danno la beffa. Un altro buco nero, ancora più inquietante è rappresentato da altre strane circostanze temporali. L’apertura del Decò, gestito dalla famiglia Del Prete, viene pubblicizzata già il 21 e 22 gennaio. Più di una settimana prima del giudizio davanti al Tar. Si saranno rivolti all’Oracolo di Delfi? Chissà.
Fatto sta che i Del Prete fanno parte di una famiglia molto noto ad Orta di Atella. Sono soprannominati gli “Aglitielli”. Alcuni fratelli vengono citati più volte anche nell’inchiesta sul boom edilizio. Negli anni del cemento i Del Prete fecero affari d’oro. Lo riferisce Angelo Brancaccio, il massimo esperto italiano. in cementificazione selvaggia. Ma la principale attività degli “Aglitielli” è sempre stata svolta nel campo del commercio e della distribuzione. Hanno messo radici in diverse città. E ora sono approdati anche a Trentola Ducenta. Che c’entra Orta di Atella con Trentola Ducenta? C’entra, eccome. È tutt’altro che escluso che l’attività degli investigatori abbia, tra le altre cose, al centro anche il caso Decò. Da quanto denunciato sempre a mezzo stampa, ma non solo, viene tirato in ballo l’avvocato Saverio Griffo, quale presunto intermediario. Non si sa bene a che titolo visto che nell’inchiesta che ha fatto scattare le perquisizioni anche nella sua abitazione il pm fa presente che Griffo “senza alcun incarico formale presso il Comune di Trentola Ducenta” si occupava di importanti questioni di rilievo amministrativo. Da lì si configura l’ipotesi di concussione in concorso con il sindaco Sagliocco.
Che c’entra Griffo con Orta di Atella? Probabilmente nulla. Ma guarda caso il 28 gennaio scorso Maria Menditto, professionalmente figlia di Griffo in quanto è stata sua tirocinante, è entrata a far parte della giunta ortese. Il suo nome è stato indicato dal consigliere comunale Anna Castelli. Lo precisiamo perché (se lo facciamo noi potete crederci) è giusto non alimentare dubbi su Salvatore Del Prete, altro esponente della maggioranza, che però non ha sponsorizzato la Menditto. Anzi prima della nomina non la conosceva neppure. L’operazione Menditto sull’asse Trentola Ducenta-Orta di Atella è stata condotta esclusivamente dalla Castelli e dal gruppo Coraggio. Si fa presto a dire legalità. A chiacchiere. Ovviamente.
Mario De Michele