Anna Siena, la 36enne morta in ospedale a Napoli lo scorso 18 gennaio a causa di una necrosi sviluppatasi in seguito alla morte del feto che non sapeva di portare in grembo, non fu sottoposta ad adeguate visite mediche. È la conclusione a cui sono giunti i medici legali incaricati dalla procura di eseguire l’autopsia sul corpo della donna. Nella relazione i medici scrivono che Anna Siena e i genitori non riferirono della gravidanza ai medici perché non ne erano a conoscenza trattandosi di una gravidanza criptica, condizione molto rara nelle donne ma possibile. Tuttavia, i medici legali osservano che chi la prese in cura avrebbe dovuto accorgersi di quanto stava accadendo e avrebbe dovuto accorgersene disponendo approfonditi esami alla luce della sintomatologia lamentata dalla donna.

È chiaro che un approfondito ed adeguato esame del distretto anatomico addominale, prima attraverso la palpazione superficiale e profonda dello stesso, poi con un eventuale esame strumentale di I livello (ecografia) non fu mai eseguito. Proprio a fronte di una sintomatologia lombalgica in giovane donna era auspicabile un accurato esame obiettivo dell’addome, proprio per escludere l’esistenza di problematiche cliniche di pertinenza addominale caratterizzate dalla comparsa dolore lombare, tra le quali è possibile annoverare per l’appunto una colica renale, una disseccazione artica o una problematica pelvico-uternita (compresa una gravidanza). Se fosse stato adeguatamente palpato l’addome della paziente, non sarebbe assolutamente potuta sfuggire l’apprezzabilità del fondo eterni in gravida a termine», scrivono i medici.

«Quello che emerge dalla consulenza autoptica chiarisce sia la responsabilità dei sanitari che ebbero in cura la povera Anna che la buona fede sua e della famiglia poiché si è accertato che si trattava effettivamente di una gravidanza criptica». Così gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, legali dei familiari di Anna, commentano i risultati degli accertamenti eseguiti dai consulenti della Procura nell’ambito delle indagini sulla morte della donna, deceduta lo scorso 18 gennaio per una gravissima infezione.

 

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