di Mario De Michele
“Si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio”. Sottoscriviamo parola per parola i magnifici versi di De André della celebre “Bocca di rosa”. Nel caso di Mariano Scuotri (leggi l’articolo) c’è un “ma” grande quanto una carica istituzionale, quella di consigliere comunale di Aversa, la seconda città della provincia di Caserta. Una città che se non fosse per l’imperdonabile colpa dei passati amministratori locali, in buona parte inetti e affaristi, sarebbe oggi uno dei centri più belli d’Italia. Aversa è la città del compositore Domenico Cimarosa, “suonato” in tutto il mondo. È la città delle cento chiese. È la città della mozzarella di bufala. È la città dell’artigianato calzaturiero. E di tanto tanto altro. Ci fermiamo qui perché servirebbero decine di tomi per elencare i pregi unici di un grande centro che, per dirne un’altra, è stato la prima Contea normanna italiana. Far parte del civico consesso di Aversa è cosa seria e impegnativa. Comporta onori ma soprattutto oneri. E implica un contegno sia pubblico che privato ineccepibile. Senza macchie. Scevro da pulcinellate. I 21 anni appena compiuti di Scuotri non sono una scusante. Se era troppo giovane per fare politica non doveva candidarsi. Come si dice, non gliel’ha prescritto il medico. E come spesso accade quando si fanno cag… pazzesche, per dirla con Fantozzi, bisognerebbe fermarsi un attimo a riflettere sui propri errori. A mente fredda. Ed ammetterli, perché sbagliare è umano, solo perseverare è diabolico. Invece (qui gli concediamo le attenuanti anagrafiche) appena si è svegliato, presumiamo tardi, ha scritto una “auto-apologia” al posto di un “autodafé”. “…Io trovo più irrispettoso essere arrestato e non dimettersi – si è difeso Scuotri – che festeggiare il proprio compleanno con una maglietta della smorfia napoletana “21 a femmina annura”. Trovo più irrispettoso lasciare la città nel degrado e nella sporcizia che ridere e scherzare con i propri amici fuori ad un locale”.
Che c’azzecca? direbbe Di Pietro, che di politici ne ha fatti arrestare, pur abusando in molti casi del suo potere. Con questa logica potremmo emendare un politico ladro rispetto ad un ergastolano. “Io lavoro per il bene della città, e il bene della città non si compromette con le dimensioni della torta di compleanno, con una maglietta o con un addobbo esilarante”, rimarca il consigliere comunale eletto nella lista “La politica che serve”. Per carità. Nessuno discute questo. Moralismo, conformismo e retorica sono ingredienti indigesti. I sepolcri imbiancati vanno demoliti senza neppure un’ordinanza dell’Utc. Ma, egregio Mariano Scuotri, non se la può cavare nemmeno con l’altra faccia dell’ipocrisia: “Da quale pulpito viene la predica!”. E no. Il sindaco Alfonso Golia e gli esponenti di centrosinistra (quindi lei stesso) sono stati eletti per il cambiamento, non per essere meno peggio di quelli di prima. In questo sarebbero stati bravi pure i membri della Banda Bassotti (quella dei fumetti, non quella musicale). Fare meno peggio delle amministrazioni degli ultimi 20-25 anni non sarebbe motivo di vanto, non sarebbe un successo. Sarebbe la fine di un sogno. Quello che Golia e voialtri avete prospettato agli elettori: c-a-m-b-i-a-r-e. Sulla scia di questa ambiziosa prospettiva avete vinto le elezioni.
È proprio il caso di dirlo, consigliere Scuotri lei è ancora stordito dall’ubriacatura della vittoria. Per fortuna, nonostante pure lui sia giovane, il sindaco Golia è rimasto con i piedi per terra. “Chi occupa un ruolo nelle istituzioni, a qualsiasi livello, – ha detto a chiare lettere il primo cittadino di Aversa – è chiamato ad un alto senso di rispetto e responsabilità verso l’Istituzione stessa che rappresenta e verso i cittadini. Non c’è giustificazione quando un Ministro, un Presidente di Regione o un Consigliere comunale trascendono da questi principi. Condivido e faccio mio il passaggio del Presidente del Consiglio Conte ieri in Senato quando ha richiamato i Ministri e i Parlamentari di maggioranza a comportamenti sobri, atteggiamenti e parole consone al ruolo. Condividendo pienamente questo approccio, ho provveduto già a richiamare duramente e lo farò in futuro, chi non rifletterà i principi e i valori che ci vengono imposti dal nostro ruolo nelle istituzioni”. Nulla da ridire. Peccato solo che un tempo i politici di sinistra facevano riferimento a Berlinguer, oggi invece a Conte. Il sindaco Golia ha sventolato il cartellino giallo in faccia al suo calciatore. Ben fatto.
Da parte nostra, probabilmente non potendo dare più cattivi esempi, diamo un buon consiglio a Mariano Scuotri. Quello che ha combinato è “la politica che non serve”.
IL VIDEO “INCRIMINATO”